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GIULIANA GIORNALAIA CON GINO

Forni di Sopra (Udine). Giuliana Grillo posa orgogliosa davanti al suo negozio in una casa dalle mura dipinte, dove lavora da più di 50 anni. Il fratello Gino lo gestisce con lei da 40 anni.

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Ferigo: 22 anni lui, 18 lei. Tra i due scocca il colpo di fulmine. Michele e Odilla si conoscono per caso verso Natale. Lei è in città a trovare sua sorella, che lavora nel bar di una zia. Decidono di trasferirs­i a Forni di Sopra, paese natale di Odilla. «Il papà, rimasto orfano della madre, ultimo di numerosi fratelli preferiva restare al Nord», spiega Giuliana. Michele soffre per la perdita, desidera non pesare sulla famiglia e tenta la fortuna. Odilla lo appoggia e sua madre li ospita nella sua casa. «Alla mamma è piaciuto subito, era un bel ragazzo», commenta Giuliana. Si sposano in chiesa a Forni di Sopra, nel giugno 1942, alle cinque di mattina. Lui indossa un vestito preso in prestito. Per il viaggio di nozze scendono in Calabria. «Tutti si lamentavan­o per non essere stati avvertiti», racconta Giuliana. «Ma si compliment­avano con la mamma: “Sei bella, sembri una Madonna!”».

«IL TERRONE COI GIORNALI»

Nel 1943 nasce il primogenit­o, Giuliano, che muore a tre anni e mezzo di broncopolm­onite. Un po’ per passione, un po’ per necessità, Michele si inventa un mestiere: il giornalaio. Solo pochi quotidiani giungono lassù per i clienti di un albergo. Così continua anche a fare il calzolaio. «All’inizio è stato difficile», prosegue Giuliana. «Ha cominciato organizzan­do la distribuzi­one da casa. La gente lo prendeva in giro quando passava in bicicletta: “Eccolo il terrone che va in giro coi giornali!”». Poi ha costruito la sua prima edicola, tutta in legno. Michele piano piano supera l’ostilità del paese, si afferma con determinaz­ione, onestà, gentilezza. «Col tempo hanno cominciato a volergli tutti bene. Era generoso, invitava i poveri a mangiare da noi. C’è chi lo ricorda e ne parla come di una gran brava persona. Anch’io volevo molto bene al papà. Mi commuovo pensando a quand’ero bam- bina: a mezzogiorn­o e mezzo andavo alla “casetta” di legno a prenderlo, tornavamo a casa insieme per il pranzo». Poi la tragedia. Michele manca improvvisa­mente per un infarto a soli 40 anni. Odilla Ferigo, rimasta vedova a 36 anni, è costretta a rimboccars­i le maniche. Mamma di due bambini, di 11 e 8 anni, comincia a occuparsi della gestione dell’edicola. «I giornali arrivavano la mattina presto, con la corriera», racconta Giuliana. «Io andavo a prenderli. Autisti e bigliettai mi deridevano: “Ma che cosa fate? Mangiate carta, qua?”. Mi tiravano i pacchi, li gettavano a terra. Dei veri maleducati. Allora arrivavano tanti giornali, ben più di adesso». Giuliana ricorda: «Come orfana, avevo scritto al presidente Gronchi per studiare dopo le elementari. Così entrai in collegio con l’Enaoli, dalle suore Gia-

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