Oggi

CHE GUAIO LA PIGRIZIA!

«La resistenza ai cambiament­i è all’origine di tutti i nostri problemi. Lo racconto nel mio ultimo libro» , ci dice il conduttore di Unomattina. Il futuro? «Le donne»

- di Andrea Greco

IRoma, aprile n questo periodo in cui cuochi e cucine hanno invaso i nostri discorsi e le nostre serate, anche Franco Di Mare, nel suo ultimo romanzo Il Caffè dei Miracoli ( Rizzoli, euro 18) propone la sua ricetta, semplice ma sapiente: prendete l’Italia, così com’è, senza ripulirla e toglierle le interiora, passatela a un setaccio fine, distillate­ne il succo, fatelo restringer­e a fuoco lento, aggiungete un po’ di sale e molto pepe. Otterrete il paesino che fa da teatro a questo romanzo, un luogo immaginari­o che è metafora della nostra nazione, con il suo difetto più grosso: la resistenza al cambiament­o. «Proprio così, io penso che il difetto più invalidant­e degli italiani sia la resistenza al cambiament­o, un conservato­rismo viscerale, oserei dire quasi genetico» spiega Franco Di Mare. «Siamo così pigri che non riusciamo a vedere le cose da altri punti di vista, e così ogni piccolo cambiament­o viene sempre ac- colto con estrema diffidenza. Nel mio libro a scatenare un putiferio è una iniziativa culturale, ma se pensiamo alle difficoltà che si incontrano in Italia a innovare in qualsiasi campo, che sia una riforma doverosa di un settore, o la costruzion­e di una ferrovia, la grossa statua di Botero intorno a cui ruota la storia del mio romanzo è la metafora di un Paese che deve cambiare mentalità, persino negli affetti». E spiega meglio: «Siamo immobili anche nelle storie d’amore: quanti sono le coppie che a malapena si sopportano e che non si lasciano per cinismo e calcolo? Magari separandos­i troverebbe­ro un nuovo amore e una vita felice». Di Mare sostiene che gli italiani sono pigri e poco portati al cambiament­o. Eppure mezzo secolo fa eravamo una nazione che correva e innovava. «Certo, perché avevamo due grandi alleati: il bisogno e la speranza. Era il combinato disposto di questi due elementi che ci spingeva avanti, dovremmo recuperare lo spirito di quegli anni. Io ammiro i giovani che cercano di affermarsi nella palude che è diventata l’Italia, che cercano in Rete i fondi per le loro iniziative, perché le banche non scuciono un euro, che fanno figli nonostante i contratti da fame, che si sposano e mettono su famiglia nell’incertezza più totale. Dobbiamo affidarci a loro e alle donne, che sono sempre la parte più positiva della società, per uscire dal pantano. Dai, basta un po’ di coraggio e tutto andrà meglio».

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HA SCRITTO UN NUOVO ROMANZO Franco Di Mare, 59, giornalist­a e scrittore. Il suo ultimo libro è Il caffèdei miracoli (a sinistra, la copertina).
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