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« Periscope? Io lo faccio meglio »

LA TISCALI DI RENATO SORU DA CAGLIARI FA CONCORRENZ­A AI COLOSSI DEL WEB COME TWITTER. GRAZIE A UN’APP, STREAMAGO SOCIAL, CHE È IL RISULTATO DI UN LUNGO VIAGGIO. INIZIATO NEL 2002 CON UNA TELEFONATA DI NELSON MANDELA, UNA DOMENICA MATTINA

- dell’inviata Marianna Aprile - foto Daniela Zedda

diffuso ed è connotato da una relazione sociale diversa. Su Twitter sei un follower, puoi seguire chiunque senza avere una relazione con lui. Su Facebook se qualcuno accetta la tua richiesta la relazione è paritaria, bidirezion­ale. E poi sulla bacheca le cose che pubblichi (foto, video, commenti) rimangono, creano una storia,

ma noi tutto questo lo abbiamo inventato nel 2011 con Streamago, una piattaform­a su cui chiunque può trasmetter­e in diretta streaming», dice. La piattaform­a era pensata per Pc e non per smartphone, motivo per cui è rimasta una cosa da addetti ai lavori. Ma dagli errori si impara e da Streamago, circa tre settimane fa, è nata un’app per Pc e smartphone, Streamago Social, che consente a chiunque di trasformar­e la propria bacheca di Facebook in una mini-emittente (vedi box accanto). In sintesi: l’app che su Facebook fa concorrenz­a a quel live streaming che Periscope ha portato su Twitter è italianiss­ima, anzi sarda, e l’ha inventata Tiscali.

Ma tutti parlano di Periscope.

«Colpa mia, non ho investito altrettant­o su operazioni di marketing, nonostante la nostra app sia più integrata col social network per il quale è nata».

Perché un’app per Facebook e non per Twitter?

«Quello di Zuckerberg è il social più

RRoma, aprile enato Soru è pieno di paradossi. Ha un’azienda di successo ( Tiscali, fondata nel 1998, mille dipendenti) in una delle regioni più depresse d’Italia, la Sardegna. È stato tra i pionieri di Internet, ma più che la california­na Silicon Valley ha per modello la Ivrea di Adriano Olivetti e quel tipo di azienda, fusa nel tessuto sociale locale (ma anche nell’uliveto secolare in cui sorge la sede). Oltre che imprendito­re è un politico (ex presidente della Regione Sardegna, ora eurodeputa­to e segretario del Pd sardo) ma questo invece che raddop- piarne la visibilità la dimezza. Parla di intuizioni ed eventi eccezional­i come fossero incidenti di percorso, con una spiazzante (e anacronist­ica, in tempi di autocelebr­azioni) tendenza a metterne in luce i limiti piuttosto che esaltarne i meriti. Come quando, candidamen­te, butta lì: «Si parla tanto di Periscope,

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