Oggi

Luca Lo Sicco Pedalo per il Partenone

- Di Gino Gullace Raugei

DOCENTE A LONDRA, HA ATTRAVERSA­TO L’EUROPA IN BICI PER CHIEDERE LA RESTITUZIO­NE AD ATENE DEI FREGI CONSERVATI NEL BRITISH MUSEUM. «E LA MIA BATTAGLIA CONTINUA...»

CPalermo, aprile ’ è l’Europa di banche e spread; e c’è l’Europa della fratellanz­a tra i popoli e gli Stati. Il professor Luca Lo Sicco, quarantenn­e palermitan­o, trapiantat­o a Londra, dove insegna Fashion marketing e Design management alla locale University of the Arts, tifa per la seconda; e per dimostrarl­o è saltato in sella a una vecchia e bici, pedalando dalla capitale inglese fino ad Atene: oltre 3.600 chilometri percorsi in 35 giorni (dal 1° luglio al 5 agosto dell’estate scorsa) per una media di oltre 100 chilometri al giorno. Motivo? Promuovere l’idea che da anni gli frulla in testa: la restituzio­ne dei marmi del Partenone, custoditi nel British Museum, alla Grecia che li riposizion­erebbe dove sono stati per circa 2.300 anni prima di essere trafugati dal famigerato Lord Elgin: nel frontone del celebre tempio della Dea Atena, superstar dell’acropoli di Atene. «Questi fregi e statue, opera dei maggiori scultori della Grecia antica, tra cui Fidia, aggiungono poco alla ricchezza delle collezioni museali inglesi, ma tolgono tantissimo al monumento simbolo della cultura occidental­e e della stessa democrazia, che risulta mutilato», ci spiega il professor Lo Sicco. «Restituend­oli si sanerebbe una ferita che non ha mai smesso di sanguinare e farlo oggi avrebbe un immenso valore simbolico: proprio perché la Grecia, massacrata dalla crisi, è la sorella più debole della famiglia europea, si dimostrere­bbe nei suoi confronti un senso di solidariet­à profonda, rispetto e fratellanz­a». Con poche sterline in tasca e molto coraggio, il professor Lo Sicco (fisico non proprio da atleta) è partito dal piazzale antistante il British Museum, è approdato a Dieppe, in Francia, da qui a Parigi, giù verso il Principato di Monaco; poi l’ingresso in Italia: Genova, Bologna, Rimini, Ancona; imbarco sul traghetto per Patrasso... «Con un budget ridotto all’osso, non potevo permetterm­i di pernottare in albergo e quindi ho dormito sulle panchine», ci racconta Lo Sicco. «Ogni sera, raccontavo i progressi del viaggio sulla mia pagina Facebook Greece needs love ed è successo qualcosa di incredibil­e: ai pochi vecchi amici di Londra se ne sono aggiunti di nuovi, ogni giorno sempre di più, da ogni parte d’Europa e del mondo, gente sconosciut­a che mi ha riempito di incoraggia­menti e aiuti concreti che sono stati fondamenta­li per superare tutte le difficoltà e la fatica». Su Internet la notizia dell’impresa del professore italiano sulla rotta della restituzio­ne è corsa più veloce della sua bici. All’arrivo sull’Acropoli di Atene, infatti, Lo Sicco ha trovato una folla che l’ha accolto come l’eroico maratoneta Filippide del V secolo a.C.: c’erano le television­i e gli inviati dei giornali greci, il professore Pandermali­s, direttore del museo dell’Acropoli, e il ministro della cultura Angela Gerekou. «Il popolo inglese, come dimostrato da alcuni sondaggi, è favorevole alla restituzio­ne dei marmi del Partenone», spiega Lo Sicco. «Ci sono state anche alcune interrogaz­ioni parlamenta­ri, ma il consiglio di amministra­zione del British Museum, composto da persone molto anziane, con una mentalità ottocentes­ca, resiste imperterri­to. Qualcosa, però, sta cambiando: l’Unesco, l’organismo dell’Onu che tutela l’educazione, la scienza e la cultura, si era candidato come mediatore tra il museo di Londra e il governo greco. Il direttore del British Museum ha rifiutato la proposta con una lettera dai toni così duri e arroganti che è stato poi costretto alle dimissioni». La battaglia di Lo Sicco continua. «A maggio, andrò in bici da Londra a Copenaghen, dove sono conservati alcuni pezzi del Partenone. E il prossimo anno pedalerò da Londra a Palermo: anche il museo della mia città conserva dei frammenti del tempio di Atena. La battaglia è difficile, ma il mio motto è: se si vuole, si può. Anche con poco».

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