Oggi

TEMPI D’ATTESA E COSTI ELEVATI: IN TROPPI RESTANO SENZA CURE!

- Clotilde G., Pavia

È VERO CHE 11 MILIONI DI ITALIANI RINUNCIANO A CURARSI PERCHÉ NON HANNO SOLDI?

Secondoun’indagine del Censis, commission­ata da una compagnia di assicurazi­one sanitaria integrativ­a,

sarebbero 11 milioni le persone che restano senza cure, per due ragioni: le liste di attesa sempre più lunghe e i ticket sempre più pesanti.

Non si può non rilevare la quasi coincidenz­a tra gli 11 milioni di cui parla la ricerca del Censis e i circa 10 milioni che oggi in Italia vivono sotto la soglia del rischio di povertà. Proprio per questi soggetti socialment­e deboli le cure possono diventare inaccessib­ili. Infatti cosa succede quando ci si trova, in media, davanti a 50 giorni di attesa per una visita ortopedica, a 60 per una visita cardiologi­ca, a 70 per una risonanza magnetica al ginocchio, a 75 per un’ecografia dell’addome, a 80 per una colonscopi­a? Succede che gli utenti potenziali finiscono per dividersi in due gruppi:

chi ha qualche possibilit­à finanziari­a si rivolge alle strutture sanitarie private o al cosiddetto “intramoeni­a” chi invece non può addossarsi la spesa si rassegna ad aspettare che venga il suo turno.

pagamento), e degli ospedali (le prestazion­i a

Non “resta senza cure” in senso letterale, ma è costretto ad attendere con ansia e preoccupaz­ione un appuntamen­to che diventa molto dilazionat­o nel tempo.

Infine, c’è anche chi rinuncia perché non può affrontare il costo dei ticket, e questo è molto drammatico e ingiusto.

E difficile è ottenere in tempi ragionevol­i piccoli interventi chirurgici programmat­i. Così risulta alterato il carattere di gratuità e di universali­tà del Servizio sanitario nazionale, e il diritto alle cure diventa teorico per le difficoltà dell’accesso. Chi può pagare di tasca sua alimenta i circuiti della sanità privata, gli altri rimangono a soffrire. Rimediare? Ci sono stati due Piani Nazionali (2006-2008 e 2010-2012) ma la situazione è addirittur­a peggiorata. Adesso il coordiname­nto Stato-Regioni ha stilato un «Nuovo Piano Nazionale di governo delle liste di attesa», 2016-2018. Mi auguro che possa funzionare, ma temo i troppi interessi economici che si addensano sulla Sanità.

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