LA LUNGA CORSA
che su chi apre bed and breakfast in casa. Glielo ripeto: la parola chiave, a Roma, sarà controllo». I giornali l’attaccano per aver definito “casaletto” una proprietà di due immobili, più piscina, a Subiaco. Le danno dell’abusivo… «Una bufala. Erano due casali, uno 160 metri quadrati, che ho ristrutturato, e un altro di 130 che dopo otto anni di domande e permessi è stato ampliato in base al Piano Case della Regione. I 130 metri quadrati erano su due piani, io li ho portati su un piano solo aggiungendone 39, con autorizzazione del Comune. La piscina, autorizzata pure quella. Di abusivo non c’è nulla. L’ho definito “casaletto” perché di solito da quelle parti gli immobili rustici hanno metrature più importanti. E comunque, se divento sindaco, la prima consistente parte di soldi per il sociale la piglio dalle cause che farò a giornali e Cinquestelle che insultano. E se invece non divento sindaco, con quei soldi mi ci faccio il villone, stavolta davvero». Lei ha dichiarato: sono cristallino, pulito e povero. Il vicepresidente della Camera “povero”? «Nel senso che non mi sono arricchito con la politica. Quel casale ho potuto sistemarlo perché, morta mia madre, ho ereditato una proprietà. L’ho venduta e ho comprato una casa ai miei figli e ristrutturato Subiaco. Non sono ricco, sono benestante». Se diventa sindaco, come facciamo col fatto che non sa l’inglese? «Il dito nella piaga… Dopo aver regalato non so quanti soldi a tutte le scuole di Roma dovrò ricominciare a studiarlo». Situazione sentimentale? Giachetti partecipa alle principali corse capitoline. «Ma adesso penso solo a quella da sindaco», dice. «Divorziato, ma sono un uomo di 55 anni e non faccio vita monacale». Avrebbe una relazione con una grillina o una forzista? «Se mi innamoro, me ne frego delle idee politiche. Ma non cercherei mai una relazione nel mio stesso ambiente. A dirla tutta, non cerco proprio una fidanzata: così sto bene. Decidere di avere una storia significa mettere in conto di scaricare sull’altra una vita faticosa, orari assurdi…». Eletto o no, “dopo” che fa? Si ritira a Subiaco? « Te prego, non so neanche se divento sindaco e me chiedi che faccio dopo? ( ride, ndr). Ci ho messo un po’ a decidere di correre per Roma, ora voglio pensare solo a questo». Come già alla sua antagonista Raggi, le tocca un mini questionario di Proust. Il suo motto? «Vivi e lascia vivere». Il dono che vorrebbe avere? «Essere una donna. Siete sempre avanti su tutto, comprendete meglio la complessità della vita e andate meno nel panico». Personaggio storico che odia? «Hitler». La cosa che detesta di più? «L’ipocrisia». I suoi eroi? «Non esistono gli eroi. Se mi chiede però una persona che ha dimostrato di essere grande è Marco Pannella». Il suo difetto. «Irritabile, molto». Il sogno di felicità «Governare Roma, al momento». Qualità preferita in un uomo «La schiettezza». Il film della vita « Non ci resta che piangere, e non solo perché Benigni, “mi nomina” per ben due volte, in quel film. Ma io sono malato per Clint Eastwood, i film di Sergio Leone avrei voluto farli io. Te sei domandata il perché de ‘sta barba? ( ammicca e sorride, ndr)». I sette colli? «Nooooo! Vabbè. Palatino, Esquilino, Aventino, Campidoglio, Quirinale, Viminale… aspe’… ». Celio. «Celio! E pensare che da obiettore di coscienza l’ho pure occupato…».