Non era possibile scoprirlo prima?
IL PRIMO INTERVENTO AL CUORE, DIECI ANNI FA. E ORA NON C’ERANO ALTERNATIVE. PERÒ CI SI CHIEDE SE NON SIANO STATI SOTTOVALUTATI I SINTOMI. ECCO COME RICONOSCERE IL PERICOLO
Mentre scriviamo, non sono note le condizioni di Silvio Berlusconi, sottoposto a un delicato intervento. Di certo la sua storia clinica rivela che il cuore lo ha tradito ancora una volta. Ma questa volta «ha rischiato la vita». Il 5 giugno, infatti, «è arrivato in ospedale in condizioni molto preoccupanti». Il suo medico personale, Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità operativa di terapia intensiva cardiovascolare del San Raffaele di Milano, ha chiarito che il leader di Forza Italia ha manifestato chiari segni di scompenso cardiaco. Gli accertamenti hanno poi evidenziato «un’insufficienza aortica di grado severo» e, di conseguenza, la necessità di un intervento cardiochirurgico per sostituire la valvola aortica, il cui cattivo funzionamento ha causato lo scompenso. Questa valvola, infatti, «regola il passaggio del sangue arterioso dalla camera cardiaca più importante - che è il ventricolo sinistro - all’aorta». Se non si chiude bene, il sangue torna indietro e così il ventricolo deve fare uno sforzo ulteriore per pomparlo nella giusta direzione. Questo sovraccarico di lavoro ha dunque affaticato il cuore di Berlusconi.
È STATO PURE IN AMERICA
Già nel 2006 l’ex presidente del Consiglio è finito in sala operatoria per problemi cardiaci. Allora si trattava di un’aritmia e per l’impianto del pacemaker necessario per regolarizzare la frequenza del battito si è affidato all’equipe di cardiochirurgia dell’Heart Center di Cleveland, negli Stati Uniti. A dicembre scorso, poi, la sostituzione programmata del pacemaker, intervento eseguito al San Raffaele, dove a marzo Berlusconi si è sottoposto a un altro intervento chirurgico, per curare una cataratta all’occhio destro, mentre nel 1997 era stato operato per asportare un tumore alla prostata. «Per una persona che vuole arrivare a 130 anni», ha detto Zangrillo, questo