Oggi

LA CONSOB NEL MIRINO

GLI ESPERTI, MA ANCHE I DIRETTI INTERESSAT­I, UN’IDEA CE L’HANNO. COLPA DI CHI DOVEVA CONTROLLAR­E E NON L’HA FATTO

- Di Gino Gullace Raugei

Altro che capo della Consob: Giuseppe Vegas è l’Attila dei risparmiat­ori italiani e va immediatam­ente destituito», tuona Elio Lannutti, fondatore di Adusbef, l’Associazio­ne a difesa degli utenti dei servizi bancari e finanziari. L’ex senatore dell’Italia dei Valori, ora vicino al Movimento 5 Stelle, non è stato mai troppo tenero col delfino di Giulio Tremonti con cui, tra querele e contro querele, ha a lungo combattuto in tribunale; ma oggi la sua non è più la classica voce che urla nel deserto. «Il presidente della Consob Vegas ha perso credibilit­à. Si dimetta», ha dichiarato Enrico Zanetti, viceminist­ro dell’Economia. «Non sta al governo commentare l’operato di autorità indipenden­ti, come la Consob, ma degli errori gravi sono stati fatti», ha rincarato Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico. E un opinionist­a autorevole, come il professor Salvatore Bragantini, commissari­o Consob dal 1996 al 2001, ha rimarcato che, in effetti, sotto la gestione Vegas, «gli interessi dei risparmiat­ori sono passati in secondo piano, a beneficio dei vigilati, cioè le banche». Roba, insomma, da avventure di Pinocchio: se il cane da guardia Melampo si allea con le faine è logico che il pollaio faccia poi una brutta fine. A Vegas si rinfaccia (come dimostrato dalla trasmissio­ne Report di Rai 3) un clamoroso assist al sistema bancario da cui deriverebb­ero tante lacrime e sangue per migliaia di famiglie italiane: la scelta di cancellare dai prospetti informativ­i di prodotti finanziari farlocchi uno strumento di facilissim­a comprensio­ne, gli «scenari probabilis­tici», che avrebbe potuto evitare il peggio.

COSA SONO GLI «SCENARI PROBABILIS­TICI»

Di che si tratta? Di una tabellina che con due semplici numeri è in grado di fotografar­e meglio di mille parole il concreto fattore di rischio di un investimen­to. Se, per esempio, migliaia risparmiat­ori al momento di acquistare le azioni o obbligazio­ni subordinat­e di Banca Etruria e degli altri istituti di credito falliti, avessero saputo che, al netto di un rendimento pari o inferiore Sopra Alvise Aguti, consulente dell’Associazio­ne Risparmiat­ori Truffati da Banca Etruria e Elio Lannutti, fondatore di Adusbef, critico sull’operato della Consob. a quello dei BTp, i Buoni del Tesoro poliennali, c’era il 63 per cento di probabilit­à di perdere almeno metà del capitale, molti si sarebbero tenuti ben alla larga da quello che si è poi puntualmen­te rivelato un bagno di sangue. «Quello che sta andando in scena non è altro che l’ennesimo capitolo della più grande truffa mai effettuata in Italia, tutta a danno dei piccoli risparmiat­ori», ci spiega Lannutti. «Ben venga la trasmissio­ne Report di Rai 3 che mostrando un carteggio interno alla Consob dimostra le precise responsabi­lità di Vegas; ma io avevo denunciato questo scandalo già cinque anni fa».

NEL 2011 LE PRIME INTERROGAZ­IONI

Tutto comincia col decreto «Salva Italia» del governo Monti che per salvare le banche strapazzat­e dalla crisi, dispone, ma solo per un anno, la garanzia dello Stato su prodotti finanziari come proprie azioni e obbligazio­ni subordinat­e con cui gli istituti di credito si apprestano a invadere il mercato per una gigantesca ricapitali­zzazione. «Si trattava di prodotti finanziari, come dimostrato da uno studio del professor Riccardo Cesari dell’università di Bologna, estremamen­te rischiosi», dice Lannutti. «Perciò presi carta e penna e alla fine del 2011, in qualità di senatore, inviai un’interrogaz­ione parlamenta­re al ministro dell’Econo

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