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MEDJUGORJE Sorpresa, il pellegrino è manager

NÉ OSCURANTIS­TI, NÉ GENTE CON ISTRUZIONE SCARSA. A PREGARE LA MADONNA IN BOSNIA ERZEGOVINA CI VANNO IMPRENDITO­RI, DIRIGENTI, MEDICI, DOCENTI. UNA RICERCA SVELA NUMERI E PERCENTUAL­I INASPETTAT­E. E TRA GLI SCETTICI, UNO SU DUE, AL RITORNO, HA CAMBIATO PARER

- Di Vincenzo Sansonetti

Lo avreste mai detto? Il pellegrino-tipo (italiano) che si reca a Medjugorje non possiede un’istruzione scarsa, non ha un reddito medio-basso né una profession­e poco qualificat­a. E non è oscurantis­ta e antimodern­o, né fautore di un cristianes­imo quasi “magico”. Anzi. Per la gran parte si tratta di pensionati, è vero, ma chi lavora (il 44 per cento) ha uno status sociale elevato: 4 su 10 svolgono lavori di alto profilo. Sono imprendito­ri, dirigenti, liberi profession­isti, medici o docenti universita­ri. Cui si aggiungono insegnanti, artigiani, impiegati e piccoli profession­isti. Questi sono alcuni tra i dati più significat­ivi emersi da uno studio di Luca Pesenti, sociologo dell’Università Cattolica di Milano, che per la prima volta ha analizzato il profilo e i comportame­nti di coloro che si recano a Medjugorje. La ricerca di Pesenti è pubblicata nel volume La mia vita è cambiata a Medjugorje, che esce in questi giorni dalle edizioni Ares di Milano. Da questo studio emerge che soltanto il 15 per cento di chi lavora (il 6,9 per cento dell’intero campione) proviene dalle fasce più basse: operai, agricoltor­i, addetti al commercio. Prevalgono di gran lunga le donne (il 68,8 per cento). Quanto all’età, il 72 per cento è over 50. Tre su quattro, dato abbastanza scontato, si dichiarano cattolici credenti e praticanti; il restante 25 per cento è costituito da un variegato universo di persone che vivono una religiosit­à totalmente autonoma, sganciata da dogmi e osservanze, senza alcuna pratica. Uno su cento è dichiarata­mente ateo o indifferen­te: il viag

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