Oggi

TUTTO IL PAESE COL FIATO SOSPESO

MA NON ASSURDA IN GIAPPONE. DECISIONE FORTE L’HANNO CERCATO 200 SOLDATI

- Di Pio D’Emilia

In Giappone le nostre favole non piacciono. Niente Cappuccett­o Rosso, Hansel e Gretel o Biancaneve. Ai bambini giapponesi si racconta invece la favola di Momotaroo, un bimbo che il Cielo fa trovare per caso a una coppia senza figli all’interno di una pesca (momo) sul greto di un fiume e che viene educato frugalment­e nel rispetto del prossimo dalla sua famiglia. Un giorno, Momotaroo viene spedito in un’isola piena di orchi, dal quale potrà tornare solo dopo averli sconfitti. Cosa che ovviamente gli riesce, grazie all’aiuto di tre compagni di viaggio eccezional­i: un cane parlante (anziché il grillo di Pinocchio), una scimmia agile e furbissima e un fagiano lento e vanitoso. Non sappiamo quale compagno di viaggio abbia incontrato - nella zona pare ci siano ancora degli orsi - ma è sicurament­e a Momotaroo che Yamato, il bimbo di 7 anni abbandonat­o dai genitori nei boschi di Hokkaido, l’isola più “selvaggia” del Giappone, deve essersi ispirato. Yamato, un nome più che azzeccato (richiama la stirpe, fiera e guerriera, originaria dell’arcipelago giapponese, quella che secondo la leggenda discende direttamen­te da Amaterasu, la Dea del Sole), ha perdonato il padre. E si è persino scusato. «Capisco perché l’ha fatto e penso di aver imparato la lezione, per questo lo ringrazio», ha detto, in diretta tv, Yamato. Ritrovato, vivo, vegeto e perfino sorridente, dopo una settimana in una specie di accampamen­to che l’esercito giapponese usa per le sue esercitazi­oni. Anche il padre si è scusato: «Pensavo di agire per il suo Ecco la foto-storia della disavventu­ra di Yamato. Sopra, da sinistra, l’appello sui giornali giapponesi e le ricerche: 200 soldati lo hanno cercato per una settimana. Era stato lasciato dai genitori perché lanciava sassi contro le auto.

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