Oggi

Curati con un tap Per sconfigger­e ansia e insonnia basta “picchietta­rsi” con le dita

SI CHIAMA «TAPPING» ED È LA TERAPIA PIÙ SEMPLICE DEL MONDO, PERCHÉ SI FA DA SOLI. IL PRINCIPIO È QUELLO DELL’AGOPUNTURA: BISOGNA STIMOLARE ALCUNI PUNTI PER SBLOCCARE LE ENERGIE. ECCO COME FARE. E PERCHÉ FUNZIONA

- Milano, giugno di Valentina Arcovio Alberto Simone,

Si chiama tapping therapy, è nata in America e potremmo dire che si tratta della terapia... più semplice che ci sia! Il suo obiettivo? Contro i disturbi più comuni, dal mal di testa all’insonnia, può darci una... mano (è proprio il caso di dirlo): sfrutta infatti l’autodigito-pressione, cioè il tocco dei polpastrel­li. Tapping

in inglese significa «picchietta­re» e la (chiamata anche tecnica di libertà emotiva) agisce sposando i principi della moderna psicologia e quelli energetici dell’agopuntura.

therapy Freedom Technique, tapping Emotional e psicoterap­euta, ma anche rinomato autore e regista, fondatore del sito Emotional Tapping ( www.emotionalt­apping.com). «Per far tornare l’energia a circolare correttame­nte

basta concentrar­si mentalment­e sul disturbo, mentre con la punta delle dita tamburelli­amo alcuni punti posti lungo i meridiani del corpo,

che sono i canali lungo i quali (secondo la medicina orientale) scorre la nostra forza vitale». Questo semplice gesto, spiega l’esperto, consente di liberare l’energia bloccata e di trattare facilmente (e in autonomia) il malessere di cui soffriamo. Ma come si fa, in concreto, a curarsi col tapping? In primo luogo, cerchiamo un luogo tranquillo e silenzioso in cui appartarci qualche minuto. Poi, facciamo mente locale su che cosa ci infastidis­ce.

«Il primo passo di una buona seduta di sta nel focalizzar­si su quello che ci disturba e di cui vorremmo liberarci,

tapping per poi individuar­e la componente emozionale del sintomo o le convinzion­i limitanti e i pensieri negativi che lo accompagna­no nella nostra mente», dice Simone. «Per esempio, di fronte a un’emicrania che non passa dovremmo porci domande come: “Da quando è iniziato questo sintomo? Che cosa accadeva nella mia vita in quel momento? Come mi fa sentire oggi emozione negativa?”».

IL TAGLIO DELLA MANO

Conclusa la preparazio­ne, si può cominciare col picchietta­re con i polpastrel­li il primo sito della sequenza, il cosiddetto punto karate, l’area posta sul taglio della

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