Oggi

LA LEGGE A TUTELA DEI DISABILI? È UN GRANDISSIM­O PASSO AVANTI

- Gennaro D., Caserta

COSA PENSA DELLE NORME SUL FUTURO DELLE PERSONE IN GRAVE DIFFICOLTÀ? I LORO GENITORI POTRANNO DI GUARDARE AL FUTURO CON UN PO’ DI SERENITÀ?

La considero una legge di civiltà, che prova a dare finalmente una risposta alla domanda angosciata dei genitori di un disabile: che cosa sarà di lui... “dopo di noi”?

Le battaglie condotte per anni dalle Associazio­ni dei genitori raggiungon­o il risultato di una legge che per la prima volta riconosce il problema.

Non sarà una legge perfetta, e bisognerà vederla alla prova dei fatti, ma a mio giudizio è un grandissim­o passo avanti, e mostra chiarament­e di essere stata formulata con cognizione di causa. Lo Stato non poteva più chiudere gli occhi su situazioni che più spesso di quanto si pensi hanno generato tremende tragedie, come quella di un padre o di una madre che sentendosi prossimi alla fine hanno ucciso il figlio disabile e si sono poi suicidati. Fatti terribili che nemmeno giungono a conoscenza della gente, oppure cadono nell’oblio appena si spegne l’emozione suscitata dalla notizia. All’origine di questi gesti disperati, la paura: innanzitut­to, quella di non riuscire a sopportare l’idea che il figlio disabile, curato amorevolme­nte per tutta la vita, finisca in uno di quegli istituti che spesso hanno costituito l’unica risposta alla presa in carico di anziani abbandonat­i e di persone con problemi fisici e psichici.

I punti interessan­ti della legge sono parecchi: per ogni disabile grave verrà individuat­o un progetto personaliz­zato, rispettoso della volontà dei genitori e delle necessità del disabile; sono anche previsti inseriment­i “brevi” in comunità adatte, per dare soluzione temporanea a situazioni di emergenza come la malattia di un genitore.

Infine, verranno favorite iniziative come gli appartamen­ti condivisi da ragazzi disabili, che diventano indipenden­ti attraverso esperienze abitative di gruppo. Con l’aiuto e la vigilanza assidua delle strutture sociosanit­arie, può funzionare. Lo testimonia­no le iniziative che si stanno moltiplica­ndo in varie città, come Roma, Milano e Torino.

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