Dna, test da buttare «La prova regina è contaminata»
«LA MACCHINA CHE ISOLÒ IL PROFILO GENETICO DI IGNOTO 1 NON ERA PULITA, E C’È UNA COINCIDENZA CHE SMASCHERA L’INGANNO». ECCO I FATTI E I DOCUMENTI LA SENTENZA IL 1° LUGLIO
Non saranno i furgoni, le celle telefoniche o le ricerche hard sul computer a decidere il 1° luglio il destino di Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara. Sarà il Dna scoperto sugli slip della ragazza. «È come se avesse lasciato l’autografo. È la prova regina che tengo in cassaforte», ha detto il Pm Letizia Ruggeri.
MATERIALE CONSUMATO
Ma è un Dna ben diverso da quello che, tanto per citare due esempi fatti dal generale Luciano Garofano, inchiodò il serial killer genovese Donato Bilancia o Erika e Omar a Novi Ligure. In quel caso non sorse alcuna contestazione fra nucleare e mitocondriale e loro, subito dopo la prova scientifica, crollarono e confessarono. Sembra invece il contestato Dna che ha indotto la Corte di Cassazione ad assolvere Raffaele e Amanda sostenendo che «la valenza della prova scientifica è indissolubilmente legata alla ripetizione dell’esame». E Paolo Camporini, difensore di Bossetti, non a caso, l’ha ricordato ai giudici della Corte d’Assise: «Avete consumato tutto il materiale, malgrado fosse in gran quantità e di ottima qualità. Avete fatto esperimenti inutili ai fini processuali La verità su Massimo Bossetti, 45 anni, a sinistra, si avrà venerdì 1° luglio, quando la Corte d’Assise deciderà se il muratore, arrestato due anni fa, avrà assolto o se avrà ragione il pm bergamasco Letizia Ruggeri (a destra). e ora la prova non è più ripetibile». Claudio Salvagni, l’altro difensore del muratore, contesta quel Dna e Giampietro Lago, il colonnello comandante del Ris di Parma dove l’analisi è stata fatta, parlando di contaminazione, di errore, di «falso» o di scambio di provette. Questo errore che può decidere il destino di un uomo, quando e come lo avete scoperto? «Abbiamo scoperto e capito che qualcuno ha sbagliato e che poi si è cercato di coprire l’errore. Questa è la cosa più grave». E allora lo spieghi ai lettori di
Oggi.
«La procedura per l’analisi di un reperto che contiene un profilo genetico è complessa e rigorosa. Si usano dei polimeri per l’estrazione del Dna e poi un altro polimero per amplificarlo. La macchina che fa questo esame deve essere sterilizzata e asettica. Esente da qualunque contaminazione. Per avere la certezza che la macchina sia asettica si fanno due prove: il controllo negativo e il controllo positivo. Se la macchina è pulita il controllo negativo deve risultare completamente piatto. Non esce niente. Per fare il