EVVIVA, LA POLITICA DIVENTA UN PO’ PIÙ ROSA
Cara Michelle, che si stia finalmente mitigando lo strapotere maschile in politica? In quest’ultima tornata elettorale, mi sembra che le donne siano state protagoniste più del solito: al di là dei risultati, si è parlato tanto di Virginia Raggi a Roma, di Chiara Appendino a Torino, di Mara Carfagna a Napoli, di Mariastella Gelmini a Milano... E se alzo gli occhi dall’Italia, ecco Hillary Clinton prima candidata donna alla presidenza degli Stati Uniti. Cosa ne pensi? Anche secondo te è un buon segno? Giulia Cara Giulia, è certamente un buon segno! Un presidente degli Stati Uniti donna è qualcosa che davvero ci fa battere il cuore, non solo perché la presidenza rappresenta un traguardo strepitoso per una donna in gamba, preparata e competente che vede riconosciuti i propri meriti, ma anche perché sarebbe un formidabile esempio - e una speranza - per milioni di bambine, ragazze e donne in tutto il mondo (e forse anche uno spunto di riflessione per chi crede ancora che esistano lavori “da uomini” e lavori “da donne”). Mi auguro che Hillary Clinton vinca le elezioni, ma anche se dovesse essere sconfitta, il solo fatto che sia arrivata così vicino alla celeberrima Stanza Ovale sarebbe una vittoria. Peraltro, dopo averla frequentata da first lady e - non dimentichiamolo - dopo aver contribuito a “salvare” la presidenza del marito Bill Clinton all’epoca dello scandalo Lewinsky. Secondo alcuni, Hillary Clinton incarna il peggio della burocrazia di Washington e votare lei significa semplicemente scegliere il male minore rispetto a Donald Trump: ma
io sono schierata con quanti dicono che la sua elezione sarebbe un successo,
non semplicemente perché sarebbe una vittoria di tutte le donne ma anche perché possiede i requisiti per ricoprire nel migliore dei modi un ruolo politico di primissimo piano sulla scena mondiale. Per quanto riguarda l’Italia, senza dubbio è fantastico che si siano affacciate in politica tante donne giovani e preparate che, al di là dello schieramento di appartenenza, sono a mio parere accomunate da due elementi: si esprimono in maniera chiara e diretta, senza usare il “politichese”, e sono lontane da qualsiasi stereotipo. Sono donne “comuni” nel senso migliore del termine, nelle quali una ragazza con la passione della politica può facilmente identificarsi, e allo stesso tempo sono donne straordinarie per impegno e capacità: sono convinta che sapranno far bene e che anche grazie a loro prima o poi non esisterà più il cosiddetto “soffitto di vetro” che ancora oggi spesso penalizza il sesso femminile.