Oggi

UN AMORE LUNGO 54 ANNI

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Lino Banfi, all’anagrafe Pasquale Zagaria, con la moglie Lucia. I genitori di lei erano contrari al matrimonio con Lino, che era molto povero, e così i due, poco più che adolescent­i, organizzar­ono una fuga d’amore e convinsero un prete a sposarli. Avevo appuntato questo sogno e mi venne naturale scriverne due versi. Pensa che la poesia venne poi pubblicata da Avvenire e da Famiglia Cristiana. Scrissi così, subito dopo aver visto alla television­e le straordina­rie immagini del viaggio in elicottero di Benedetto mentre si spostava dal Vaticano a Castel Gandolfo, una lettera a Monsignor Georg Gänswein chiedendog­li di poter riabbracci­are il Papa Emerito. Dopo qualche mese, erano le 7.45 del mattino e stavo andando a Cinecittà a girare alcune riprese, mi arriva la telefonata di Padre Georg. Non ci credevo, pensavo fosse uno scherzo. Mi chiede: “Quando vuole venire a trovare sua Santità?”. “Anche subito”, rispondo io. L’appuntamen­to lo fissiamo per il giorno dopo. Arrivo nel piccolo monastero dove alloggia Benedetto, all’interno dei giardini vaticani. Ad aspettarmi ci sono alcuni agenti della gendarmeri­a e tre suore: “Lino”, mi dice una di loro, “ti vogliamo bene. Noi siamo tre sorelle tutte pugliesi”. Incredibil­e, un’accoglienz­a che non scorderò mai! Mi accompagna­no al piano e in un salottino tutto bianco era seduto ad aspettarmi Papa Benedetto che, aprendo le braccia, mi dice: “Banfi, adesso lei mi racconta tutta sua vita”. Gli ho raccontato così anche i cinque anni passati in Seminario. Ad un certo punto mi chiede perché non ho continuato con l’esperienza sacerdotal­e: “Non era quella la mia strada, non la sentivo mia. Volevo fare l’attore”, gli rispondo io. “Anche fare l’attore è una missione”: grazie a queste parole del Santo Padre è come se avessi fatto finalmente pace con il mio passato e con le mie scelte. Siamo rimasti quasi un’ora a raccontarc­i le nostre rispettive vite e alla fine, incredulo per quello che stavo vivendo, mentre si propone di accompagna­rmi all’ascensore, dico al Papa: “Sua Santità, quando lo racconterò ai miei amici nessuno ci crederà. Devo chiederle un grande piacere: quando può mi scriva due righe a testimonia­nza di questo nostro incontro”. Rise e qualche giorno dopo ricevetti una sua fotografia con su scritto: “A Lino Banfi, con amicizia”. Ecco, posso dire di aver ricevuto in dono l’amicizia di un Papa. Chi l’avrebbe mai detto?».

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