BELLEZZE DALLE MORBIDE CURVE
ni. Con un due pezzi ridottissimo che, per la prima volta, mette in mostra ombelico e natiche. Tanta la scabrosità della mise, che nessuna modella professionista aveva voluto indossarlo. Così Réard, che di mestiere fa l’ingegnere meccanico ma aiuta nell’azienda di intimo di famiglia, aveva scovato quella ballerina a luci rosse al Casino de Paris. Il nome del costume, forse sconveniente e politicamente scorretto, si rivelerà col tempo una fortuna: bikini. «Sarà la bomba atomica del mondo», commenta la celebre giornalista di moda Diana Vreeland. Réard non aveva fatto altro che mettere a punto un modello già in commercio dello stilista Jacques Heim e così pubblicizzato: «Il più piccolo costume da bagno del pianeta». Lui esagera: «Il più piccolo del più piccolo costume da bagno, tanto da stare in una scatola di fiammiferi». Leggenda vuole che si fosse ispirato davanti ai mosaici romani di Piazza Armerina, III secolo dopo Cristo, dove alcune fanciulle esibiscono il primo due pezzi della storia. Un famoso ortopedico gli aveva poi suggerito i benefici che il sole può avere sulle ossa: dunque il bikini diventava anche salutare. Ma l’effetto bomba che Réard aveva immaginato fatica ad arrivare. Il capo sembra troppo audace, al Vaticano non piace. Viene vietato in Italia, Spagna, Portogallo, Belgio. Se ne proibisce l’uso a Miss Mondo nel 1951. Mentre sui set americani, la commissione Hays controlla l’applicazione di un rigido codice: le attrici possono indossare un due pezzi, ma mai scoprire l’ombelico.
NEGLI STATI UNITI TESTIMONIAL FU MARILYN
Il bikini viene sdoganato da Brigitte Bardot, cha fa di Saint-Tropez la sua passerella e lo propone in E Dio creò la donna (1956). Negli Stati Uniti le testimonial sono Marilyn Monroe e Rita Hayworth. Jane Mansfield, anno 1957, fu immortalata sulla copertina di Life Magazine con uno strepitoso due pezzi. Esther Williams, la regina