L’ISIS IN CRISI NERA TENTA LA RISCOSSA COI LUPI SOLITARI
RIFLESSIONIMolti gli elementi di analisi sulla strage di Dacca di venerdì scorso. Per esempio: il commando di terroristi era formato da figli di papà. Oppure: la strana combinazione per cui un Paese come il Bangladesh, 90% di musulmani e tasso di sviluppo tra i più alti al mondo (+7%), è anche uno dei più martoriati dall’islamismo sanguinario, 24 attacchi dallo scorso settembre a oggi, e un altro morto italiano, il cooperante Cesare Tavella ammazzato da due in moto mentre faceva jogging. E a proposito di italiani: vi sarà un obiettivo italiano nel massacro di venerdì, dove hanno perso la vita a colpi di machete nove nostri connazionali incapaci di recitare versetti del Corano?
C’è un punto, però, che merita una riflessione ulteriore. L’Isis, che ha tentato di farsi Stato e forma di governo in un’area tanto vasta tra Siria e Iraq, è adesso in rotta su tutti i fronti. In Iraq, dopo la perdita di Tikrit e Ramadi, il Califfo sta per lasciare anche Falluja, luogo altamente simbolico della resistenza sunnita all’Occidente. In Libia la presa di Sirte da parte dei governativi e delle milizie di Misurata è questione di giorni. Si sa che i jihadisti di Al Baghdadi meditano un ritiro nel deserto, al confine con altri Paesi in mano al terrorismo come il Mali. Da lì ripartirebbe una controffensiva o una guerriglia. Ma l’altro elemento del piano di resistenza sono proprio gli attentati in Occidente, come quello di Orlando negli Stati Uniti o di Dacca. Quasi impossibili da prevedere e con effetti dirompenti sulle opinioni pubbliche. Non c’è neanche bisogno di una cabina di regia: esaltati solitari o gruppetti di maniaci compiono qualcosa di enorme e l’Isis si affretta a metterci il cappello sopra. C’è solo un punto: per mantenere vivo il terrore bisogna che ogni attentato superi in orrore il precedente. I media, alleati senza volerlo degli assassini islamici, sono però anche voraci. Le stragi diventano facilmente «le solite stragi», fare colpo può risultare sempre più difficile.
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