È UN’EMERGENZA CHE HA CAUSATO DECINE DI MORTI»
del proprio telefono che accadono le cose importanti, avvengono le cose che restano». E conclude: «In questo mondo di selfie, di istanti ripetuti, di corpi che cambiano di continuo, la fotografia non immortala, e dunque non ci rende immortali. Non ferma niente. Asseconda il tempo che fugge illudendosi di fermarlo in tutti gli istanti possibili».
SE NON RISPONDI NON MUORE NESSUNO
Il titoletto qui sopra è lo slogan della campagna patrocinata dall’Anas per educare gli automobilisti a un uso tphone, o meglio, l’uso che se ne fa in auto, sono infatti tra i principali imputati, dopo anni di deciso calo, dell’aumento degli incidenti mortali sulle strade europee. Solo in Italia, dopo un lustro di deciso calo, l’anno scorso ci sono stati una cinquantina di morti in più. Tiziano Bonini, sulla reale efficacia di queste campagne di sensibiliz- scettico: «Il suono della notifica ha nell’immediato un potere drammaturgico molto potente. La maggior parte degli automobilisti, quando lo sente, non riesce a resistere alla curiosità di vedere chi lo sta cercando». Dello stesso identico parere, ma su un’altro fronte, Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, un’organizzazione da sempre impegnata nella sicurezza stradale: «Educazione stradale? Bene! Però, di fronte a un’emergenza di questo tipo, ci vogliono leggi che non diano scampo e tanti agenti che multino chi viene trovato a usare il telefono mentre è al volante. Oggi la sanzione è di 161 euro, e la seconda volta che si viene beccati viene sospesa la patente, ma è una infrazione difficile da contestare. Troppo spesso chi viene preso poi fa ricorso al giudice di pace, con buone
«L’USO DELLO SMARTPHONE MENTRE SI GUIDA
solito pragmatismo, vicino alle strisce pedonali hanno cominciato ad posizionare nell’asfalto i ripetitori delle luci semaforiche.