Riemerge dall’ictus e parla... in francese!
È ACCADUTO A UN NOSTRO CONNAZIONALE. CHE ORA SI SENTE UN CITTADINO D’OLTRALPE
Per tutta la vita ha parlato solo l’italiano. Poi, a 50 anni, una lesione al cervello... et voilà: ha iniziato improvvisamente a esprimersi in francese. E ad atteggiarsi come se fosse sempre stato un cittadino d’Oltralpe! L’incredibile storia riguarda un nostro connazionale ( pardon, forse dovremmo dire «ex») ed è il primo caso al mondo di «Sindrome della lingua straniera», documentato ufficialmente da alcuni ricercatori dell’Università di Edimburgo e dell’Ospedale di Somma Lombardo ( Varese), in uno studio pubblicato sulla rivista Cortex. J.C. ( la sigla scelta per indicare l’uomo) oggi guarda anche i film e legge i libri in francese, ama la loro cousine e ha ammesso addirittura di pensare in quella lingua. Eppure, l’unico contatto con l’idioma e la cultura d’Oltralpe risale ai suoi anni tra i banchi di scuola o tutt’al più a un breve flirt avuto con una ragazza francese quando aveva solo 20 anni.
L’ENIGMA NEL CERVELLO
Il suo, va detto, non è certamente un francese perfetto, paragonabile a quello di un madrelingua. «Non siamo di fronte a un fenomeno paranormale», ci tiene a precisare subito Sergio Della Sala, professore di Neuroscienze cognitive all’Università di Edimburgo e autore principale dello studio (nella foto sopra). «Il suo francese è basato sulle conoscenze personali, che sono pressoché scolastiche. È comunque pieno di errori», continua, «ma parla con ritmo veloce e intonazione eccessiva, utilizzando una “cadenza” da film e posando con atteggiamenti quasi caricatura- l i » . J.C., sia ben chiaro, non ha smesso improvvisamente di capire la propria lingua. «Il paziente non ha alcuna difficoltà a comprendere, parlare o scrivere in italiano», precisa Della Sala. «Il suo problema, diciamo, è che... preferisce l’eloquio francese». Afferrare che cosa sia successo di preciso nel cervello di J.C. è difficilissimo. «L’uomo ha subito le conseguenze di un danno cerebrale generalizzato», spiega Della Sala. «Non ci è possibile identificare un’area precisa responsabile della “Sindrome della lingua straniera” (è presumibile che le lesioni responsabili risiedano nelle regioni più anteriori del cervello, le cosiddette aree frontali)». Del resto, precedenti non esistono. «Il nostro è il primo caso studiato scientificamente che ha portato a una possibile interpretazione della sindrome, ossia una forma compulsiva che si concretizza con la disinibizione di una lingua straniera, parzialmente conosciuta