CHE GIORNATE FATICOSE, TRA SHOPPING, PUPI E GINNASTICA
Qui sopra, una scena dalla serie tv americana Odd Mom Out che racconta con ironia le mamme snob dell’Upper East Side di New York. In alto, a destra, Le donne di Park Avenue escono in abiti firmati e sui tacchi a spillo anche per comprare il latte. Lo ha fatto anche lei? «Alla fine sì, per non sentirmi una marziana. In termini antropologici, mi sono adattata. Ho comprato anche una Birkin di Hermès. Splendida! Però pesava troppo, non sentivo più il braccio e il medico mi ha ordinato di smettere». Dopo il parto le miliardarie vogliono tornare subito nella taglia 38. Si massacrano in palestra, si nutrono di centrifugati. Nessuna collassa? «Collassi non ne ho visti. Però ansia, stress e depressione sono diffuse nel “branco”. Essere una madre che non lavora e dipende dal marito per tutte le spese mentre alleva piccoli lord, contribuisce a un senso di precarietà. Basta pensare che, se divorzi, rischi tutto. Molte di loro si fanno prescrivere ansiolitici, antidepressivi, o si “curano” a vino, vodka, tequila. Un giorno ho confidato a un’amica che dopo il parto le signore di Manhattan si tengono in forma usando i passeggini per fare ginnastica a Central Park. Molte altre sudano nelle palestre più “in”. ero stressata. Mi detto: “Quando vai ad Aspen per le vacanze, comprati qualche pillola di marjuana, ti calmerà”. In Colorado, infatti, è legalizzata». E i loro bambini che volano su jet privati, crescono felici? «Le mamme li amano davvero. Ma i figli sentono la pressione. Avvertono che lo status della famiglia dipende anche dalle loro performance». Che idea si è fatta delle mamme italiane? «C’è questo stereotipo: la donna che non smette mai di essere madre... Ma sempre più italiane lavorano, fanno politica, è un momento di transizione affascinante». Per chi simpatizzano le ricche di New York in politica? Trump o la Clinton? «Ah, non voterebbero mai per Donald Trump. È troppo sessista e retrogrado, troppo razzista. Umilia le donne». Se Hillary diventasse presidente, cambierebbe qualcosa? «Lo spero. Ho messo sui social la sua foto con un bimbo in braccio e la didascalia: “Comandante in capo”. Purtroppo, la sua corsa ha fatto crescere la misoginia negli Stati Uniti. L’idea che una madre e una nonna possa diventare presidente crea un’ansia pazzesca. Io invece non dormo la notte al pensiero che alla Casa Bianca possa esserci un Trump».