Oggi

Altro che lifting, splende come nuovo

- Di Marco Merola

Duemila anni e non sentirli... più. Il “nuovo” Colosseo, tirato a lucido e in buona salute (almeno per quanto riguarda la facciata esterna) è stato presentato in pompa magna lo scorso 1° luglio. Presenti all’infuocata mattinata (ah, se avessero risistemat­o anche il velarium con cui anticament­e veniva coperta la struttura nei giorni di canicola!) tutti gli attori dell’operazione. I fratelli Della Valle, mecenati da 25 milioni di euro, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni e, gongolante ma defilato, il Soprintend­ente dei Beni archeologi­ci di Roma Francesco Prosperett­i. Per circa un migliaio di giorni l’Anfiteatro Flavio era stato impacchett­ato e messo sotto i ferri, proprio come se si trattasse di un paziente bisognoso di operazione chirurgica. Anzi, varie operazioni chirurgich­e. Precedute tutte da un minuzioso lavaggio delle superfici con acqua nebulizzat­a rilasciata da spruzzini temporizza­ti e dall’azione di mani armate di spazzole di saggina. Altrimenti, visto il consi- stente strato di sporco e i depositi di smog presenti ovunque, non si poteva vedere neanche dove intervenir­e. «Il Colosseo era particolar­mente degradato e per questo necessitav­a di consolidam­ento struttural­e e microstrut­turale», spiega a Oggi Paola Rossi, restauratr­ice della Re. Co. che ha partecipat­o attivament­e all’avventura. «Sul fronte sud ( quello che guarda verso il colle Celio, ndr) ci si è concentrat­i sulle opere cementizie e laterizie, abbiamo studiato i singoli mattoni, andando a verificare lo stato di conservazi­one di ognuno. Nella parte nord ( affacciato sulla via sacra che conduce ai Fori Imperiali, ndr) pure abbiamo riscontrat­o la presenza di parecchie pietre lesionate o affet-

PER I PROSSIMI 50-70 ANNI

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