Maternità e carriera: si fa così
IN CASA
CONIUGARE LAVORO E FIGLI OGGI SI PUÒ. GRAZIE ANCHE A DATORI DI LAVORO DISPONIBILI. ECCO COME Una
mamma su quattro, messo al mondo il primo figlio, rinuncia all’impiego. Non succederebbe se si moltiplicassero esempi virtuosi come quello dell’azienda dove lavora Carla Sangiorgio. Lei, 35 anni, è stata addirittura promossa al rientro dalla maternità e ora, con un bimbo di due anni, è responsabile della comunicazione istituzionale di Unilever, multinazionale proprietaria di molti tra i marchi più diffusi. Ecco come aiutare le mamme ad essere anche lavoratrici, lasciando finalmente da parte i sensi di colpa. La Sangiorgio racconta la sua esperienza. « Si viene giudicati solo in base a questo, non è importante dove o come si lavora. Ciò aiuta a gestire la quotidianità con un bambino».
Orario flessibile in entrata e in uscita.
« brare».
Possibiltà di lavorare anche fuori sede.
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Grazie a smartphone, computer connesso a internet ecc. forniti dall’azienda».
Una stanza in azienda per allattare.
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Noi lavoriamo per obiettivi.
Niente cartellini da tim- Da noi ce n’è una orga- nizzata per allattare al seno. E stiamo aspettando un nido, realtà che già esiste in altre sedi Unilever, e uno spazio per bimbi più grandicelli, che dopo la scuola possano aspettare le mamme ancora in ufficio in una zona sorvegliata e assolutamente protetta».
Incontri di lavoro?
« La regola è: mai meeting dopo le 17».
In azienda, per tutti, una palestra
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dedicata a yoga e pilates. E un’area per i massaggi fisioterapici».
Poche trasferte di lavoro.
« Il mio team di lavoro è sparso in tutta Europa. Ci si “incontra” con la tecnologia».
Molte convenzioni per centri estivi.
« Come, per esempio, è stato fatto nella fabbrica di gelati di Caivano».
In sede c’è un medico e un’infermeria.
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Con la possibilità di usufruire di consulti pediatrici e di seguire corsi. Il prossimo sarà per apprendere le manovre da fare se il bambino rischia il soffocamento». Michela Auriti