CHE ETÀ HA LA TUA COPPIA?
ECCO I SEGNALI CHE, COME UN TEST, “MISURANO” LA VITALITÀ DI UN RAPPORTO FALSO ALLARME
Cara Maria la laurea mi è servita per incontrare l’assistente che mi ha seguito nella stesura della tesi. Io avevo 23 anni, lui 31: sei mesi dopo ci siamo sposati, innamoratissimi, e io ho investito tutto nella famiglia. Vent’anni dopo abbiamo due figli che non ci hanno mai dato problemi e siamo sempre molto uniti. Ma i primi problemi li ha mio marito, cattedratico, che non va d’accordo col rettore. È sempre teso, alla sera si chiude nel suo studio, da qualche tempo parliamo meno e l’intimità ha perso slancio. Siamo al declino dell’amore che ho coltivato con tutta me stessa? Chiara, e-mail “loro” donna, si fermano con lei per sempre. Ma questo non ci basta perché aspiriamo alla qualità del rapporto e non a una convivenza sempre più povera di slanci e di dialogo. L’esperienza insegna che c’è un modo sia per non confondere una crisi passeggera con una avvisaglia d’allarme, sia per monitorare la vitalità dei sentimenti: alcuni sono già erosi dopo un paio di anni, altri restano solidi e tonici anche dopo decenni.
Incosa consiste? Semplice: capire, attraverso comportamenti e peculiarità, se per il nostro uomo siamo e resteremo sempre importanti. Prima di tutto c’è la fedeltà: non esiste collega o “sirena” che possa apparirgli alla nostra altezza. Segue la capacità di conciliare lavoro e vita privata: per quante ambizioni lui abbia, non toglierà mai spazio e tempo alla famiglia. Il sesso può conoscere periodi di stasi, ma la sua donna resta il solo oggetto di desiderio. La difende sempre e a prescindere. È attento alle sue esigenze, si fida dei suoi consigli e ritiene che averla incontrata sia la vera fortuna della sua vita. Tutto il resto è irrilevante.