Oggi

REDDITO DI CITTADINAN­ZA A parole no nei fatti sì

RENZI È CONTRARIO. MA NEL PD MOLTI APPLICANO IL PROGETTO GRILLINO GRILLO PARLANTE

- Di Antonio Calitri Roma, luglio

Matteo Renzi critica aspramente il reddito di cittadinan­za del M5S, ma molti governator­i del suo partito hanno preso iniziative simili. Nella direzione Pd del 4 luglio, il premier ha attaccato così la principale proposta elettorale del M5S: « il principio che non funziona. Io non posso aver diritto a un stipendio solo perché sono cittadino: invece ho diritto a che ci si prenda cura di me, ad avere delle opportunit­à». Una proposta che, come spiega il sito di Beppe Grillo, «aiuta i cittadini che stanno rimanendo indietro» e concede a «un nucleo familiare composto da una persona il diritto a percepire un reddito di 780 euro». Renzi è stato applaudito, ma molti dei presenti lo stanno contraddic­endo. A partire da Debora Serracchia­ni, scelta da Renzi come sua vice alla guida del partito, che è stata la prima a varare, un anno fa, il reddito di cittadinan­za in salsa friulana, votato anche dal M5s. Il reddito del Friuli Venezia Giulia prevede per i nuclei familiari che hanno un reddito sotto i 6 mila euro annui un’integrazio­ne che può arrivare fino a 550 euro al mese, purché almeno uno dei componenti della famiglia sia residente nella regione da almeno 24 mesi e chi lo riceve dimostri di voler cercare un lavoro e partecipi a corsi di formazione.

UN ASSEGNO MENSILE

Anche la Basilicata, guidata dal renziano Marcello Pittella ha lanciato il “reddito minimo di inseriment­o”, che prevede un assegno da 400 a 550 mensile per «la partecipaz­ione alle attività di pubblica di utilità». Dopo essere stato approvato in commission­e, è pronto per il passaggio finale nel Consiglio regionale della Sardegna, guidata dal renziano Franceco Pigliaru, il testo che prevede fino a 600 euro al mese per «i nuclei familiari, le coppie di fatto in cui ci sia una convivenza da almeno sei mesi o le persone singole» che vivono sotto la soglia di povertà. A marzo il governator­e pugliese Michele Emiliano (non allineato a Renzi) ha varato ReD, il reddito di dignità, che prevede un contributo da 210 euro ( per i single) a 600 euro ( per famiglie di cinque persone) in cambio della sottoscriz­ione di un «patto per l’inseriment­o lavorativo» con tirocini e lavori sociali. L’Umbria della cuperliana Catiuscia Marini a giugno ha approvato il “sostegno all’inclusione attiva”, 12 milioni di euro per un’indennità mensile per disoccupat­i e fasce vulnerabil­i che frequentan­o tirocini formativi. Dopo averci provato lo scorso anno senza successo, il governator­e siciliano Rosario Crocetta ci riprova con una delibera di giunta che prevede 500 euro al mese per 40 mila nuclei familiari poveri. Il reddito dovrebbe essere erogato il prossimo anno.

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Beppe Grillo, 67 anni, leader dei Cinque Stelle.

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