Oggi

Noi facciamo FELICI LE DONNE

STREGARONO MARGHERITA DI SAVOIA E GRACE DI MONACO. E OGGI GLI EMIRI E PUTIN VOGLIONO I LORO DAMASCHI. SIAMO ENTRATI NELLA MAISON DEI NUOVI “DOGI” DI VENEZIA

- Di Nicole Persico - foto Alberto Bevilacqua

Intorno a me, luce e colore, damaschi, broccati, frange, cuscini, pareti decorate con velluto prezioso dalle tonalità dorate, soffitti a cassettone, vetrate. Poi colonne e archi ad arricchire balconcini che affacciano su Canal Grande. Siamo a Palazzo Corner Spinelli, la “casa” dei mercanti veneziani di tessuti più conosciuti al mondo, i Rubelli. La storia della loro azienda ha inizio a fine Ottocento, un susseguirs­i di successi nel mondo: c’è la regina Margherita che nel 1902 gli commission­a il pregiato velluto soprarizzo a fondo blu, decorato con il simbolo dei Savoia, e subito dopo l’arredo del treno reale del 1928. E c’è Grace di Monaco che nel 1958, durante una visita ufficiale a Venezia, sfoggia la piccola borsa Bagonghi di Roberta di Camerino, realizzata con i velluti Rubelli. «Cinque generazion­i alizzati a Venezia» racconta Nicolò Favaretto Rubelli, ingegnere e oggi amministra­tore delegato della società. «Ora attingiamo alla storia e la reinterpre­tiamo». Che effetto fa girare il mondo e riconoscer­e un proprio tessuto? «Ci si sente a casa ovunque. Quando mi presento all’estero come mercante veneziano, il tappeto rosso è garantito. L’azienda è conosciuta, ha una storia, è una soddisfazi­one…». Lei è ingegnere. Ha sempre voluto occuparsi di questo? «La nostra è un’azienda famigliare. Mio padre se n’è sempre occupato e noi venivamo in questa sede da piccoli ( e mentre racconta, indica il salone con un grande camino in pietra del Sansovino, ndr). Era una seconda casa per noi. Mia madre è sempre stata gelosa dell’attività e non ci ha mai fatto sognare troppo. Io sono ingegnere civile, dovrei costruire edifici ma per fortuna non l’ho mai fatto ( ride, ndr). La Rubelli è rimasta a Venezia e siamo orgogliosi­ssimi di questo. E oggi c’è anche più orgoglio nel dichiarare di essere made in Italy. Anni fa, non era così. Noi ci ispiriamo alla nostra città, guardo fuori di qui e vedo le luci e i riflessi del Canale. Noi sberluccic­hiamo tutti: i veneziani ostentano, non siamo come i fiorentini, chiusi nei loro palazzi».

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy