«Ho grattato, non ho vinto e lo Stato mi risarcirà»
UN UOMO COL VIZIO DEI STA PER RECUPERARE PARTE DI QUANTO SPESO PER 255 TAGLIANDI SU CUI MANCAVANO LE INFORMAZIONI SULLE REALI POSSIBILITÀ DI VINCITA!
GGRATTA E VINCI li occhi tradiscono un’inquietudine interiore. Un dolore che ha radici profonde. Carlo (il nome è di fantasia) da quasi due anni non vedeva quei 255 maledetti tagliandi del Gratta e Vinci, che aveva consegnato all’avvocato Paolo Siniscalco quando si è fatto forza e ha deciso di procedere per vie legali. «Vederli ora tutti insieme mi annichilisce», ammette. «Sono una minuscola parte di quelli giocati per 15 anni. Un frammento del macigno che mi trascino appresso e che ora vedo in tutto il suo orrore». Da quando ha toccato il fondo, Carlo non c’è più ricascato. È affetto da ludopatia, un disturbo che porta a giocare compulsivamente e può facilmente ridurre intere famiglie sul lastrico. «Sono come un tossicodipendente. La mia droga è il Gratta e Vinci e ogni giorno senza averne acquistato uno è un giorno in più per la riconquista della mia vita», dice, accettando di farsi fotografare coi tagliandi incriminati a patto di non essere riconosciuto. Ha 35 anni, vive nella provincia di Salerno e a metterlo sulla strada della “disintossicazione” è stato un amico d’infanzia, «tra i pochi ad aver capito che il mio impulso era una malattia. L’ho scacciato tante volte, ma un paio di anni fa ho deciso di farmi aiutare».
PER QUESTA OSSESSIONE È RIMASTO SOLO
Abbandonato dalla famiglia, dalla compagna e da altri amici («oggi sto provando a ricucire i rapporti con loro, ma è davvero molto dura»), con un lavoro in bilico a causa dei riprendere a giocare, Carlo si reca dall’avvocato Paolo Siniscalco, da anni impegnato nella battaglia contro la ludopatia con l’UdiCon (Unione difesa consumatori). «Gli ho portato tutti i biglietti di cui ero in possesso. Li ho cercati ovunque: nelle tasche dei vestiti, in auto, nelle borse, nei cassetti». Ha fatto causa alle vinci Gratta e Lotterie Nazionali e il Giudice di Pace di Vallo della Lucania gli ha dato ragione perché quei tagliandi non sono «conformi al decreto Balduzzi sul rischio della dipendenza dal gioco». Carlo sarà rimborsato di circa 800 euro, il valore totale dei tagliandi. «Pochi soldi ma una vittoria morale importante, che mi riappacifica con me stesso», dice.
SONO GIÀ DECINE I CASI COME QUESTO
Il caso di Carlo, però, è solo uno dei tanti di cui si sta occupando l’avvo- ha ottenuti già una decina. Altre 30 cause sono ancora pendenti (una, invece, l’ha persa) presso i Giudici di Pace di Salerno, Vallo della Lucania, Mercato San Severino, Agropoli, Cava de’ Tirreni. «Mi sono rivolto sempre a Fori diversi, per evitare che eventuali vittorie fossero attribuite al contesto locale.