Il piano diabolico di
LA CRISI DOPO 12 ANNI
Èpassato un anno. Il sangue non c’è più. Il sole lo ha asciugato e la pioggia lo ha cancellato. Ma a Carugo, provincia di Como, davanti al condominio verde dove la sera del 14 ottobre 2015 due uomini aspettarono Alfio Molteni e lo uccisero con due colpi di 357 Magnum, è una continua processione. Le auto rallentano, uomini e donne si fermano, scuotono la testa, se ne vanno in silenzio. Non è la scena del delitto che guardano. È il retroscena. Quello che dodici mesi fa tutti avevano immaginato e che
UN MAESTRO DI DESIGN A sinistra, Alfio Molteni, l’architetto ucciso un anno fa a 58 anni e, sopra, l’ex moglie Daniela Rho, 45, titolare di un mobilificio e accusata di essere la mandante del delitto. Erano insieme dal 2002 e nel 2014 è iniziata la crisi.
oggi è stato cancellato e riscritto in modo completamente diverso. Carabinieri, il Pm Francesco Addesso e il procuratore di Como Nicola Piacente hanno ricostruito una storiaccia familiare, che ha portato in galera come mandanti dell’omicidio l’ex moglie di Molteni, Daniela Rho e l’amante di lei, Alberto Brivio, 48. L’accusa dovrà convalidarsi nelle aule di giustizia, ma già oggi rimette molte cose a posto. Soprattutto libera la vittima da ombre e giudizi affrettati. «Vorremmo ricordare Alfio per quello che è stato», dice l’amico Roberto Somaschini, «un uomo di grande umiltà e di valore professionale assoluto, un maestro del design, che ha dato impulso a tante aziende brianzole, compresa quella della moglie, chiamato in tutto il mondo per arredare palazzi presidenziali come in Kazakhistan, regge di sceicchi e sultani a Dubai e nei Paesi del Golfo». Giri grossi. Ma se in pochi mesi gli avevano incendiato l’auto, gli avevano sparato nelle finestre di casa e alla fine lo avevano ammazzato, per qualcuno fu facile concludere che