Targa bulgara, truffa italiana
IL RISPARMIO È GARANTITO ASSICURAZIONE LEGGERA, NIENTE MULTE NÉ SUPERBOLLO. CHI IMMATRICOLA LE AUTO SUI BALCANI FA UN AFFARE. MA È SUL FILO DELLA LEGALITÀ. PERCHÉ LE VIE DELL’INGHIPPO...
A destra, una Cadillac Escalade targata Bulgaria, simile a quella sequestrata a un facoltoso italiano dai vigili di Treviglio. La targa straniera permette di non pagare bollo di circolazione, molto caro per le auto potenti, di tagliare il premio assicurativo e di dribblare multe e taglio dei punti sulla patente.
L’optional più ambito, per molti proprietari di supercar da svariate decine di migliaia di euro, è la targa bulgara. Il motivo è semplice: il premio dell’assicurazione si riduce di due terzi o più, il superbollo sparisce, e le multe rimediate facendo scattare Tutor e Autovelox vengono spedite a qualche indirizzo bulgaro, e spariscono nel fango del Danubio. Del resto un proverbio balcanico dice: «È più facile che ti arrivi una lettera da un morto che dalla burocrazia». Insomma, i vantaggi di una targa di Sofia e dintorni sono enormi, e proprio per questo ormai sono decine le società che sul web si prestano a immatricolare l’auto degli italiani in Bulgaria, assicurarla laggiù e poi restituirla al suo legittimo proprietario. Il fenomeno è così macroscopico che generalmente la Bulgaria viene esclusa dalle statistiche ufficiali della Ue sulle immatricolazioni di auto. Ogni mese si calco- la che circa un quarto delle auto che chiedono la targa bulgara (circa 650) poi esca dal Paese e molte di queste tornino in Italia per essere guidate da tanti furbi Mario Rossi. Ma è legale? No. Chi risiede in Italia non può immatricolare l’auto all’estero. E allora come fanno i tanti italiani che circolano con le loro auto, utilitarie o top di gamma, con targa balcanica? Le vie dell’inghippo, proprio come quelle della provvidenza, sono infi- nite, ma le più gettonate sono tre. La prima, artigianale e rischiosa, è quella di intestare l’auto a un prestanome, qualcuno che vive laggiù e si presta ad apparire come proprietario dell’auto in cambio di un piccolo compenso. Un metodo assai più sicuro è quello di fondare una società in Bulgaria e intestarle l’auto, oppure di sottoscrivere un leasing con una società bulgara. «In questi due ultimi casi noi non possiamo contestare nulla», spiega Antonio Nocera, comandante dei vigili di Treviglio (Bergamo) e precisa: «Però qualcosa, con un po’ di impegno, si riesce a fare: una nostra pattuglia ha fermato una Cadillac da 120 mila euro guidata da un libero professionista della zona. Grazie alla banca dati on line siamo riusciti a controllare subito la targa bulgara: avrebbe dovuto essere montata su una vecchia Peugeot. Ora il supersuv è sotto sequestro».