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CIANO, BENITO E IL CANCELLIER­E

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Riccione (Rimini), 1934. Da sinistra, Galeazzo Ciano, allora 31enne genero di Mussolini, con il cancellier­e austriaco Engelbert Dollfuss, 42, e il Duce, allora 51enne. cortile del Grand Hotel dove una Claretta tremante d’emozione in attesa, protetta dal buio, saliva sulla vecchia Balilla. E via sulle dolci profumate colline di Romagna, dove Benito e Claretta si amavano in libertà.

LA TRAGEDIA DI DOLLFUSS ASSASSINAT­O DA HITLER

Nell’estate del 1933 è ospite del Duce in Villa Santangelo, proprio di fronte a Villa Mussolini, il cancellier­e austriaco Engelbert Dollfuss con la signora Alwine e i piccoli Rudy ed Eva, subito con noi sulla spiaggia a costruire magnifici castelli. E anche nell’estate del 1934 in vacanza a Riccione, sempre ospiti del Duce e di Donna Rachele. Ma nel luglio di quell’estate il cancellier­e deve tornare d’urgenza a Vienna per contrastar­e un arrembante Hitler che vuole annettere l’Austria alla sua Germania. E lì Hitler lo fa uccidere. Costernazi­one e dolore grande per i suoi familiari rimasti a Riccione. Mussolini è inferocito per l’uccisione dell’amico: manda subito due divisioni al Brennero come monito al dittatore tedesco: che non osi annettere l’Austria. A Riccione verrà celebrata una solenne Messa funebre per il cancellier­e, con tutti noi delle scuole elementari di Riccione, autorità e tanta gente. Un pomeriggio anch’io sono stato involontar­io testimone dello sfogo del Duce verso un Hitler che, allora, disprezzav­a. Tutti noi ragazzi lì in villa nei caldi pomeriggi estivi saltavamo facilmente la siepe di pitosforo che separava il parco dalla spiaggia, e giù in acqua a rinfrescar­ci. Ma a me col costume bagnato addosso, al fresco dei pini, venivano spesso brutti mal di pancia. Donna Rachele, lì a sorvegliar­e, come mi vedeva torcermi dai dolori, mi urlava: «Cicci, corri subito a casa se no mi sporchi il giardino!» E io ubbidivo. Anche quella volta mi capita lo stesso inconvenie­nte, e mi avvio verso il cancello. Scorgo fuori della veranda un inferocito Mussolini che urla a Donna Rachele brutte parole contro Hitler: «Quell’imbianchin­o austriaco!» E Rachele aggiunge di suo altre espression­i in dialetto romagnolo. Purtroppo questo disprezzo durerà solo quattro anni, fino al 1938.

«CLARETTA TREMAVA D’EMOZIONE.

LA DIVA ASSIA NORIS TRESCA CON OSVALDO

Un’estate Mussolini non può dire di no a un grande regista che gli chiede di ospitare in villa sua moglie, grande diva cinematogr­afica: Assia Noris. Una nervosa e gelosa Donna Rachele deve far buon viso alla bellissima di-

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