GRAZIE BOB! LA CULTURA POP HA FINALMENTE IL POSTO CHE MERITA
Ilpiù bel complimento al Nobel di Bob Dylan l’ha fatto lo scrittore Don De Lillo, l’autore che con Philip Roth veniva considerato uno dei grandi favoriti alla vigilia. Parlando della canzone Like a Rolling Stone, ha detto: «È un’intera età lunga quarant’anni, incanalata attraverso quella canzone. E poi c’è quel ritornello, “How does it feel” (come ci si sente), che in quattro parole trasmette ciò che pochi scrittori, poeti, registi o musicisti possono fare. È una cosa straordinaria». Lasciamo perdere le stucchevoli discussioni se sia stato giusto o meno assegnare un premio così prestigioso a un cantante, se i cantautori siano da considerarsi poeti, se i versi siano inseparabili dalla musica (ma gli antichi aedi non recitavano accompagnandosi con la musica?), e soffermiamoci sul fatto che
gli accademici svedesi per una volta hanno considerato la cultura pop e hanno premiato un cantante
che ha cominciato a trasformare il suo amato folk in qualcosa di più ampio
regalandoci momenti meravigliosi che ci hanno aperto mondi nuovi,
linguaggi nuovi, sensazioni nuove (e questo si chiama poesia). La nostra letteratura è nata in Grecia, è nata come parola cantata accompagnata dalla musica. Sono discorsi che abbiamo già affrontato con
e con Un cantautore non dev’essere giudicato per i testi delle sue canzoni (a volte possono apparire anche banali) ma per quella magica, contagiosa commistione di parole, musica e voce. Non è la disperazione di un testo che fa grande il poeta, ma la musicalità del suo verso. E poi, come ha sempre ricordato
una canzone come Like a Rolling Stone ha insegnato a molte persone cos’era il rock e che cosa dovevano fare della propria vita. Come ci si sente? Come una pietra che rotola.
Fabrizio De André Springsteen, Paolo Conte. Bruce