LA PADRONA CATTIVA licenziata dalla famiglia
«CI INSULTA E CI MALTRATTA», DICONO I DIPENDENTI. «PERDE TROPPI CLIENTI E AFFARI», L’ACCUSA IL NIPOTE. E ORA I GIUDICI PORTANO VIA L’AZIENDA A MARIA CRISTINA GILARDONI VENTI VOLTE AL GIORNO»
Cavaliere del lavoro Cristina Gilardoni, classe 1933: nell’epopea dell’imprenditoria lombarda una «sciura padruna» come lei non s’era mai vista. Minuta, tenace, instancabile, oltre trent’anni fa ha ereditato dal padre Arturo l’azienda leader mondiale nella produzione di apparecchi a raggi X e da allora l’ha guidata col pugno d’acciaio. Amica dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, intima dell’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, lady Gilardoni ha azzerato le relazioni sindacali e ha impostato il rapporto col personale in modo diretto. Molto diretto. Forse troppo. Su «quel ramo del lago di Como» il suo abituale ricorso a insulti, umiliazioni e lanci di oggetti sono diventati leggendari. L’aneddotica su di lei è infinita. Da un lato fa sorridere. Dall’altro ha terrorizzato e fatto piangere decine d’ingegneri, impiegati, tecnici e operai. Ma anche la zarina dei raggi X ha avuto la sua rivoluzione d’ottobre e dopo decenni di dominio incontrastato nei giorni scorsi è stata estromessa dalla cabina di comando della ditta. A mostrarle il cartellino rosso è stato il Tribunale civile di Milano, ma non è stata «giustizia proletaria», come qualcuno ha scritto. È stata «giustizia proprietaria», sollecitata dalla cerchia dei familiari più stretti, con quote azionarie e interessi diretti nella ditta di Mandello Lario. A 83 anni, età in cui altre coetanee si prendono cura dei nipoti, è stato il nipote a occuparsi di lei. Andrea Ascani Orsini, il più giovane erede dell’impresa fondata nel 1947, si è rivolto al Tribunale civile di Milano e ha chiesto di estromettere l’anziana zia, sorella di sua madre, dalla stanza dei bottoni.
RIVOLUZIONE D’OTTOBRE
Maria Cristina sostiene d’aver tenuto l’azienda a galla in anni di crisi. I legali del nipote rispondono che la stava affondando, distruggendo un patrimonio di conoscenze e relazioni commerciali costruito in 70 anni. La prova? Operando in un settore in crescita grazie agli ordinativi di apparecchiature di sicurezza per aeroporti, edifici pubblici e privati a rischio attentati, la ditta invece di crescere perdeva clienti e fatturato. Dai 44 milioni di euro del 2012 il giro d’affari era passato ai 26 del 2015. Nello stesso periodo era diminuito anche il personale, sceso da 217 a 156 unità, privando la Gilardoni di ingegneri e
«ULTIMAMENTE MI DAVA DELL’IDIOTA