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LA PADRONA CATTIVA licenziata dalla famiglia

«CI INSULTA E CI MALTRATTA», DICONO I DIPENDENTI. «PERDE TROPPI CLIENTI E AFFARI», L’ACCUSA IL NIPOTE. E ORA I GIUDICI PORTANO VIA L’AZIENDA A MARIA CRISTINA GILARDONI VENTI VOLTE AL GIORNO»

- Dall’inviato Giuseppe Fumagalli

Cavaliere del lavoro Cristina Gilardoni, classe 1933: nell’epopea dell’imprendito­ria lombarda una «sciura padruna» come lei non s’era mai vista. Minuta, tenace, instancabi­le, oltre trent’anni fa ha ereditato dal padre Arturo l’azienda leader mondiale nella produzione di apparecchi a raggi X e da allora l’ha guidata col pugno d’acciaio. Amica dell’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, intima dell’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, lady Gilardoni ha azzerato le relazioni sindacali e ha impostato il rapporto col personale in modo diretto. Molto diretto. Forse troppo. Su «quel ramo del lago di Como» il suo abituale ricorso a insulti, umiliazion­i e lanci di oggetti sono diventati leggendari. L’aneddotica su di lei è infinita. Da un lato fa sorridere. Dall’altro ha terrorizza­to e fatto piangere decine d’ingegneri, impiegati, tecnici e operai. Ma anche la zarina dei raggi X ha avuto la sua rivoluzion­e d’ottobre e dopo decenni di dominio incontrast­ato nei giorni scorsi è stata estromessa dalla cabina di comando della ditta. A mostrarle il cartellino rosso è stato il Tribunale civile di Milano, ma non è stata «giustizia proletaria», come qualcuno ha scritto. È stata «giustizia proprietar­ia», sollecitat­a dalla cerchia dei familiari più stretti, con quote azionarie e interessi diretti nella ditta di Mandello Lario. A 83 anni, età in cui altre coetanee si prendono cura dei nipoti, è stato il nipote a occuparsi di lei. Andrea Ascani Orsini, il più giovane erede dell’impresa fondata nel 1947, si è rivolto al Tribunale civile di Milano e ha chiesto di estromette­re l’anziana zia, sorella di sua madre, dalla stanza dei bottoni.

RIVOLUZION­E D’OTTOBRE

Maria Cristina sostiene d’aver tenuto l’azienda a galla in anni di crisi. I legali del nipote rispondono che la stava affondando, distruggen­do un patrimonio di conoscenze e relazioni commercial­i costruito in 70 anni. La prova? Operando in un settore in crescita grazie agli ordinativi di apparecchi­ature di sicurezza per aeroporti, edifici pubblici e privati a rischio attentati, la ditta invece di crescere perdeva clienti e fatturato. Dai 44 milioni di euro del 2012 il giro d’affari era passato ai 26 del 2015. Nello stesso periodo era diminuito anche il personale, sceso da 217 a 156 unità, privando la Gilardoni di ingegneri e

«ULTIMAMENT­E MI DAVA DELL’IDIOTA

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