LO STUDENTE INVENTORE « Il mio casco chiama i soccorsi »
«SE FATE UN INCIDENTE SEGNALA DOVE VI TROVATE», SPIEGA EMANUEL CHIRILA. « E VI DICE SE SIETE STANCHI O UBRIACHI »
Una sera tornando a casa mi sono chiesto: “Ma se qualcuno cade dalla moto e perde conoscenza, senza che nessuno lo veda, chi avverte i soccorsi?”». È nata così l’idea geniale di Emanuel Chirila, studente dell’Istituto Tecnico e Tecnologico di San Giovanni Valdarno, in piena campagna toscana. Diciotto anni appena compiuti e già un brevetto in tasca chiamato Blue Helmet, il casco intelligente in grado di salvare vite umane. Come? «Grazie a un sistema Gps che serve per la geolocalizzazione e a un modulo Gsm capace di inviare, al momento dell’impatto, un sms di allarme ai familiari», spiega Emanuel con la naturalezza di chi nella semplicità ha trovato la soluzione a un grande problema. «Attraverso un sensore di collisione che percepisce gli urti, il casco sa che c’è stato un incidente e invia le coordinate precise del luogo dov’è successo».
MONITORA LE CIGLIA
Non solo. Blue Helmet è stato progettato da Emanuel anche per segnalare la distrazione nella guida o un’eccessiva stanchezza del conducente. «All’interno del casco c’è un sensore che monitora la rotazione della testa e il battito delle ciglia, quindi se un ragazzo si distrae o è eccessivamente stanco, il casco segnala il pericolo emettendo un suono specifico», racconta Emanuel che, tra le tante problematiche di un motociclista, ha pensato anche ai suoi coetanei che il sabato sera alzano un po’ il gomito. «Attraverso un sensore all’altezza della bocca, il casco “smart” riesce a calcolare se quella sera abbiamo bevuto troppo e quindi, per la nostra sicurezza, è il caso di parcheggiare la moto e chiamare un taxi». Tutte le funzioni si attivano solo quando il casco è a contatto con la testa e dopo aver allacciato rigorosamente il gancio sotto al mento «altrimenti si rischierebbe di inviare falsi allarmi a casa». Il brevetto di Blue Helmet è stato depositato da Emanuel che ora attende solo i finanziatori giusti per realizzare questa brillante idea. «Sono stato contattato da due società di Firenze. La mia speranza è che si possa realizzare un casco economico accessibile a tutti i giovani. Dopotutto l’ho ideato pensando proprio a loro».