SCUOLA Genitori su Whatsapp non fatevi prendere la mano!
L’ALLARME DI INSEGNANTI E PRESIDI: TROPPO SPESSO LE CHAT DI MAMME E PAPÀ DIVENTANO TERRENO DI INSULTI E POLEMICHE INUTILI. QUI VI DIAMO I CONSIGLI PER UN USO CONSAPEVOLE
iovanna ti ha aggiunto al gruppo Genitori della terza D». Arriva la notifica e, stai sicuro, da oggi non avrai più pace. Tutta colpa di Whatsapp, l’applicazione per lo smartphone che permette di mandare messaggi collettivi alle mamme e, più raramente, ai papà della classe. Un suono e parte la domanda: «Ciao avete visto i compiti di italiano? ». Segue fiume sonoro di risposte. «Sì», « No», « La maestra li vuole per domani», «Ma è troppo presto!», «Sono difficilissimi!». A volte succede anche di peggio: le mamme che usano Whatsapp raccontano che in chat ci si interroga su chi ha portato i pi- docchi in classe; si criticano gli insegnanti; si denuncia, si litiga. Come se lo smartphone cancellasse ogni regola di convivenza civile.
QUALI SONO I RISCHI.
Che la chat collettiva sia un incrocio tra tribunale, ring e pollaio se ne sono accorti insegnanti e presidi, che chiedono più attenzione e misura nell’uso di un mezzo utilissimo, perché permette un veloce scambio di informazioni, ma non privo di pericoli. «I rischi sono quelli tipici di questi strumenti, che sfruttano la nostra tendenza alla socialità, ma non permettono una vera condivisione», spiega professore or-
Silvia Bonino,
dinario di Psicologia dello sviluppo all’Università di Torino. «Non c’è rapporto faccia a faccia e si favorisce l’impulsività: la risposta rapida impedisce la riflessione e spesso fa scattare reazioni emotive a volte aggressive. Con un’aggravante: le frasi scritte rimangono ed è possibile rileggerle, pensarci sopra, rimuginare provando sentimenti sempre più forti, in un crescendo che può diventare incontrollabile». Quando i genitori, invece, si trovano di persona, fuori della scuola, avviene una comunicazione faccia a faccia, che riduce l’aggressività e favorisce il rapporto, senza trasformare parole avventate in macigni scritti.