Con passione, ma a letto aveva poca fantasia »
«NELL’INTIMITÀ ERA TRADIZIONALISTA, IO ORDINAVO CHAMPAGNE PER “ISPIRARLO”», DICE. E PER LA PRIMA VOLTA RACCONTA NEI DETTAGLI UNA CHE DURÒ MESI: «FINÌ PERCHÉ LUI ERA SPOSATO COL LAVORO. MI CONSOLÒ WARREN BEATTY»
Il pubblico che tanto amava, così come i suoi collaboratori, il personale dipendente e i giornalisti, non sanno quasi nulla della vita privata di mio zio Albertone - la mia parentela discende dalla mamma di Alberto Sordi, Maria Righetti - in quanto fece della riservatezza una ragione di vita. LOVE STORY Alle ostriche e allo champagne diceva sempre di preferire la bruschetta e un bicchiere di vinello fresco. Così anche i suoi amori sono rimasti un mistero tanto è vero che c’è pure chi ha ipotizzato che Alberto fosse gay. Ha cavalcato a suo favore sia la leggenda metropolitana dell’avarizia interpretando anche il film L’avaro sia il fatto di essere rimasto scapolo spiegandone i motivi con la celebre frase: «E che, me metto un’estranea dentro casa?». La fama di taccagno non la volle smentire perché, ci diceva, in quel modo nessuno lo avrebbe importunato. E non si sposò per evitare di sottrarre energie preziose alla sua professione: «Se mi sposassi», ci diceva, «sarei un pessimo marito e un pessimo attore». Ricordo che a una cena, negli anni Ottanta con i miei genitori e dato che mio padre aveva appena terminato una sua mostra a Parigi e lui era un grande collezionista di opere d’arte nonché amico di tanti artisti. Mio padre fece il nome di un suo caro amico pit-