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Ali Agca: «Rapirono la Orlandi per scambiarla con me»

IL SEQUESTRO? «UNA SCENEGGIAT­A». IL DESTINO DI EMANUELA? «VIVA IN UN CONVENTO DI CLAUSURA». AL TELEFONO DA ISTANBUL, L’EX TERRORISTA TURCO, TORNA SUL PIÙ OSCURO MISTERO ITALIANO. E A CHI GLI CHIEDE UNA PROVA RISPONDE: «CERCATELA IN VATICANO»

- Di Raffaella Fanelli

Paolo Farsetti e Gabriella Trevisin furono mandati in Bulgaria per essere arrestati come spie e poi scambiati con Sergei Antonov. Mentre io, Ali Agca, sarei stato scambiato con Emanuela Orlandi. Ma il piano non andò come previsto». Mehmet Ali Agca è il turco che il 13 maggio del 1981 in piazza San Pietro tentò di uccidere Giovanni Paolo II. Parla al telefono da Istanbul. Farsetti e Trevisin sono invece i due italiani arrestati dalle autorità bulgare nel 1982 con l’accusa di aver fotografat­o obiettivi militari. «Facevano parte di un accordo segreto tra Italia e Bulgaria per liberare Antonov. Per questo furono scarcerati e rimandati in Italia». Ma chi è Antonov? Ne parlò ai magistrati lo stesso Ali Agca subito dopo il suo arresto. Disse che era con lui in piazza San Pietro. Per questo il bulgaro Sergei Antonov, capo scalo della linea Balkan Air in Italia, fu arrestato. Il 29 giugno 1983 Ali Agca ritrattò tutto, mise in scena una devastante e teatrale pazzia e mandò all’aria il processo con dichiarazi­oni farnetican­ti che lo resero inattendib­ile. Negli anni ha cambiato mille volte versione. Perché lo ha fatto? Per paura? «Era necessario farlo. Ma non voglio entrare in questo discorso. Dico però che in diverse circostanz­e ci fu una grande cooperazio­ne tra America e Vaticano per distrugger­e l’impero sovietico. Una collaboraz­ione che ebbe inizio con lo storico incontro tra Giovanni Paolo II e Ronald Reagan nel giugno 1982 in Vaticano». Il 27 dicembre 1983 avvenne lo storico incontro in carcere tra Giovanni Paolo II e lei, l’uomo che lo voleva uccidere. «Le guardie mi dissero: “Mehmet Ali Agca, preparati. Lui vuole vederti”. “Lui chi?”, risposi. Cinque minuti dopo mi ritrovai davanti a Giovanni Paolo II. Ricordo il nostro incontro come uno degli atti più belli e importanti della mia vita. Fuori dalla cella c’erano anche giornalist­i e fotografi. Ma nessuno abbastanza vicino da sentirci. «Restammo a parlare per una ventina di minuti. Ero sorpreso. Non ero riuscito a ucciderlo. Da quell’incontro ho capito e ammesso a me stesso che qualcun altro era intervenut­o per salvarlo. Lo stesso miracolo che aveva portato il Papa fino all’angolo della mia cella». Chi le ordinò di sparare al Papa? «Tutto quello che è acca-

Roma, 13 maggio 1981, Giovanni Paolo II (1920-2005), colpito da due proiettili si accascia sulla papamobile. Nel tondo, l’attentator­e Mehmet Ali Agca, 58 anni. Punito con l’ergastolo, nel 2000 è stato graziato da Ciampi.

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