Oggi

E Fazio copia Mike anche contro la iella

«PER ENTRARE NELLO STUDIO, SEGUO SEMPRE LO STESSO PERCORSO, EVITO UN CERTO CORRIDOIO. ED È BANDITO IL COLORE VIOLA», DICE FABIO. «FACEVA COSÌ PURE BONGIORNO», RACCONTA LUDOVICO PEREGRINI. ECCO VEZZI E RITI DI UN PROGRAMMA DI SUCCESSO

- Di Maria Giuseppina Buonanno - foto Fernando Arias/Contrasto

Da bambino, aspettando il Rischiatut­to di Mike Bongiorno, tamburella­va con la mano sul tavolo di formica della cucina della sua casa di Savona e sentiva tutte le promesse dell’attesa. Oggi Fabio Fazio, il giovedì, prima di presentare la nuova puntata del suo Rischiatut­to, si muove sicuro nello studio milanese della Rai: fa le prove, discute con gli autori, incontra gli ospiti, aspetta il collegamen­to col Tg3. «È una seconda casa», dice Fazio, impegnato su Rai 3 anche con Che tempo che fa e con Le parole della settimana (qui come autore). «Lui controlla tutto, dai filmati scelti per le domande alle bio- grafie degli ospiti», dicono ammirati i ragazzi della redazione del quiz, in tutto sette. Una redattrice è appena andata in maternità e un’altra si sposa a giugno, ti raccontano come ad aggiornare una storia di famiglia. Fatta di successi e di ottimi ascolti: quattro punti sopra la media della rete.

UN PO’ DI SCARAMANZI­A

Dietro le quinte tutto è pronto. C’è persino una gallina nella sua gabbietta. Nella puntata che vede protagonis­ti Cochi e Renato è parte della gag dedicata alla coppia comica che interpreta la materia vivente, e anche la celebre canzone, La gallina, appunto. Fabio Fazio, col doppiopett­o grigio - pure questa scelta è una citazione di Mike al Rischiatut­to - aspetta la diretta. «Per entrare nello studio, seguo sempre lo stesso percorso, evito un certo corridoio», confida il conduttore con tono scaramanti­co. Anche Mike aveva un rituale simile. «Faceva sempre la stessa strada, prima di cominciare la trasmissio­ne. E non voleva domande sull’Antico Egitto», racconta Ludovico Peregrini con tono serafico e mano che scivola garbata a toccar ferro. «E poi, è bandito il colore viola e usiamo solo evidenziat­ori rosa», spiega Fazio. «Anche perché, con le luci, il verde e il giallo non rendono leggibili

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