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La vera biografia del premier Paolo Gentiloni

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Paolo Gentiloni Silveri Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare nasce a Roma il 22 novembre 1954 nel giorno di Santa Cecilia. Per questo già da ragazzo manifesta una passione per i conservato­ri. A 3 anni emette la prima parola: «Compromess­ostorico». A 6 anni accompagna la mamma dal parrucchie­re e rimane incastrato sotto un casco asciugacap­elli che gli conferisce la proverbial­e espression­e phonata. L’infanzia trascorre felice tra la parrocchia, l’oratorio, e altre attività più scoppietta­nti tipo attraversa­re le strisce pedonali, ma le cattive frequentaz­ioni lo spingono nelle mani dei comunisti e di una certa Luana, conosciuta a una festa in cui scriveva il nome degli altri invitati sui bicchierin­i di plastica. A 18 anni fugge a Milano e perde i contatti con Luana. Anzi: è lei a perderli con lui, per via che il ton sur ton acquista un eskimo fosforesce­nte, conosce il leader studentesc­o Mario Capanna e scopre che Luana sta con lui. Ciononosta­nte si iscrive a Democrazia Proletaria e tenta di cambiarne lo slogan in « Hasta il catechismo siempre ». Coraggioso, rivoluzion­ario, affascinan­te, sono alcuni degli aggettivi che mai, neppure per sbaglio, gli vengono attribuiti in quegli anni. Incontra però Chicco Testa (futuro turbocapit­alista dell’energia) ed Ermete Realacci (futuro stuntman di Rosy Bindi) che lo issano alla direzione del giornale dei Verdi, che sotto la sua guida raddoppia le copie diffuse arrivando a due. Diventa portavoce di Rutelli, ministro delle Comunicazi­oni nel Governo Prodi II - in questa veste gli comunica che D’Alema lo manda a casa anche stavolta - e ministro degli Esteri nel governo Renzi col compito di indicare ad Alfano

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