ERA STATA IN PALESTRA E DOVEVA TORNARE A CASA
MARIO TORRACO L’AVEVA RACCONTATO SUBITO: «C’ERA UN UOMO ALTO E ATLETICO CHE SOLLEVAVA UNA RAGAZZA INTIMANDOLE: “STAI ZITTA”». EPPURE ERA STATO CONSIDERATO INATTENDIBILE. ORA PERÒ...
Èpassato tanto tempo ma quando ripenso a quella sera mi viene ancora la pelle d’oca. E il dubbio mi divora. Sarà un rimorso che mi tormenterà per il resto della vita. Quell’uomo, alto e atletico, che ho visto sollevare, stringendola a sé, una ragazza vestita con un giubbetto scuro poteva essere l’aggressore di Yara. E io invece ho pensato a due fidanzati che litigavano. C’è stato un urlo che mi ha fatto voltare. Era una voce femminile. Mi sembra abbia urlato “aiuto”. E subito dopo ho udito una voce maschile: “Stai zitta”». Sei anni dopo la morte di Yara, Mario Torraco, 68 anni, guardia giurata in pensione, non vive più a Brembate, dove abitava quando scomparve la ragazzina. È tornato a Francofonte (Siracusa), dove è nato, ma il pensiero di quello che ha visto non lo abbandona. «Più ci penso più sono sicuro di aver assistito al rapimento di Yara. Ma chi mi ha interrogato anziché aiutarmi mi ha insinuato dei dubbi. “Se non hai
Yara Gambirasio, 13 anni, durante un allenamento nella palestra di Brembate di Sopra dove fu vista viva per l’ultima volta la sera del 26 novembre 2010. Nel tondo, il supertestimone Mario Torraco, 68.
visto due uomini che cambiavano la gomma di un’auto vicino alla casa di Yara, fai confusione con un’altra sera”, mi hanno detto. E mi hanno considerato inattendibile. Invece, quello che secondo loro avrei dovuto vedere non compare neanche nel video della telecamera della banca. Avevo ragione io». Già i carabinieri del Ros avevano contestato quel particolare a Eugenio Burini, il proprietario dell’auto che aveva raccontato di aver chiamato quella sera, poco prima delle 19, il genero per cambiare la gomma fora- ta davanti a casa, a due passi dalla villetta di Yara. La telecamera della banca infatti non aveva inquadrato nessuno che lavorava attorno a un’auto ma solo due persone che attraversavano via Rampinelli. A questa contestazione Eugenio Burini aveva risposto che forse l’auto non era in strada ma in garage.
ESCLUSO DAL PROCESSO
Per settimane Mario Torraco fu considerato un supertestimone, poi è finito fra i “reperti” inutili tanto che al processo, malgrado la difesa di Bossetti