Oggi

FA IL PIENO IN LIBRERIA E NEGLI INCONTRI COL PUBBLICO

È il suo lavoro

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Alessandro D’Avenia, 39 anni.

(Mondadori, euro 19; in alto, la copertina) è un successo ed è diventato un racconto teatrale, in tour anche nel 2017. Come strenna lo scrittore suggerisce: di Maylis De Kerangal (Feltrinell­i).

salvarti la vita L’arte di essere fragili. Come Leopardi può Riparare i viventi da me con il libro sottolinea­to, con i post-it in mezzo alle pagine, per loro il libro diventa un talismano». Oggi Leopardi, che descriveva­no “gobbo davanti e di dietro, esile, pallido”, sarebbe stato probabilme­nte bullizzato... «Gli intellettu­ali del suo tempo lo so- do ancora in questo momento perché in cima alle classifich­e dei libri più letti». E lui come avrebbe reagito? «Avrebbe aggiunto un altro tassello alla sua visione della natura umana, si sarebbe confidato con i suoi veri amici, avrebbe continuato a concentrar­si su quello che stava costruendo: un canto di bellezza». Tre motivi per amare Leopardi se si è giovani? «Perché fu il primo a dedicare un verso a un creatore di gelati, di cui andava pazzo: Vito Pinto; perché all’intellettu­ale che gli consigliav­a di esercitars­i per 20 anni sulla prosa prima delle poesie rispose: “Quando vedo la natura in questi luoghi mi parrebbe di far peccato mortale a non curarmene e a lasciar passare questo ardore di gioventù”; e perché a 21 anni aveva già scritto che non c’è siepe senza infinito e infinito senza siepe». Tre per amarlo a qualunque età? «Ha scritto: “Io non ho bisogno di stima, né di gloria. Ma ho bisogno d’amore”; perché ha detto: “Uno dei maggiori frutti dai miei versi è il piacere che si prova in gustare i propri lavori, non con altra soddisfazi­one, che di aver fatta una cosa bella al mondo”; perché ci ricorda che se le cose fragili come un fiore di ginestra sanno fiorire in mezzo al deserto, anche noi siamo chiamati a fare altrettant­o».

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