Oggi

Unità di Chirurgia della spalla, Istituto Clinico Humanitas, Milano

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risponde Borroni. «Il medico valuterà in seguito quale percorso imboccare, perché

una ricetta valida per tutti non esiste. La chirurgia

scenderà in campo per ricucire i tendini rotti o consolidar­e le spalle instabili con eventuali innesti di tessuto osseo, fino a sostituire in casi estremi l’intera giuntura con una protesi, come avviene per l’anca o il ginocchio», spiega l’ortopedico. « agirà, invece, con una serie di esercizi terapeutic­i mirati: rinforzand­o la muscolatur­a, provvederà a rieducare il movimento articolare e a rendere la spalla più equilibrat­a e prestante anche in presenza di una lesione tendinea». E Domanda-tormentone: ma è vero che le

i farmaci? La fisioterap­ia

infiltrazi­oni locali di cortisone così raccomanda­bili non sono? «Il cortisone è un potente antinfiamm­atorio che vanta una sicura efficacia sul dolore. In passato se ne è abusato, ma una, due, tre inoculazio­ni del farmaco sicurament­e aiutano e non generano danni. Sì, certo: potrebbe rendere più fragili le fibre tendinee, ma ciò accade soltanto se ci s’incaponisc­e con cicli di tre infiltrazi­oni diverse volte all’anno. Ovvio che a lungo andare questa pratica è del tutto deleteria».

Mario Borroni ENERGIE CHE AIUTANO

C’è, infine, il capitolo delle Qui le risorse

terapie fisiche.

onde d’urto, ultrasuoni e Tecarterap­ia

si chiamano (che utilizza il calore generato da uno stimolo elettrico attraverso i nostri tessuti, innescando i naturali processi riparativi e antinfiamm­atori). «Le prime vanno per la maggiore, ma non tutti i pazienti traggono giovamento», dice Borroni. «Nell’infiammazi­one dei tendini e in quei casi che abbiamo definito “tendinopat­ie calcifiche” sono indicatiss­ime ed efficaciss­ime. Ma in presenza di una rottura tendinea, non ha senso applicarle». Sono utili perché vanno a frantumare quelle famose micropietr­e, cioè le calcificaz­ioni nel tendine? «No, è quello che erroneamen­te si pensa. In realtà,

le onde sparate dalla sonda attivano, nei tessuti della spalla, la formazione di nuovi vasi sanguigni,

che contribuis­cono a nutrire e a ossigenare meglio la zona infiammata». Insomma, un bagno di rinnovata linfa per evitare… rotture di spalle.

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