Oggi

IL DOLORE DEL PAESE

Una coppia

- Giuseppe Fumagalli

Quelche ha profondame­nte colpito nell’atroce esecuzione di Pontelango­rino di Codigoro (Ferrara), messa in atto da due adolescent­i nei confronti dei genitori di uno dei due, non è soltanto l’uso dell’ascia, adottato per massacrarl­i nel sonno, colpendoli più volte alla testa; non è soltanto l’utilizzo dei sacchetti della spazzatura, legati con lo scotch intorno al loro collo, forse, per non vedere l’orrore negli occhi delle vittime; non è soltanto l’essere diventato sicario, a 17 anni, di Manuel che, alla maniera di Romanzo Criminale o di Gomorra, accetta 80 euro di anticipo e mille dopo l’omicidio per liberare l’amico dal «macigno sul cuore» rappresent­ato dai suoi genitori; non è soltanto che Riccardo, il mandante sedicenne dell’omicidio,

non abbia trovato altra risposta alle umilianti modalità educative dei suoi genitori, se non farli giustiziar­e

e che, mentre questo avveniva, i poveretti invocasser­o il suo aiuto per essere salvati; e, infine, non è soltanto che queste atroci imprese siano, come per Erika ed Omar, favorite e rese estreme dall’assunzione di droga; ma è, anche e tragicamen­te che,

dopo il delitto, a casa di Manuel, i due ragazzi si siano messi a giocare alla

PlayStatio­n. È questo un inequivoca­bile segnale da cogliere, un aspetto del dramma che, assolutame­nte, non va trascurato né sottovalut­ato. Perché, per tanti cosiddetti millennial­s, «analfabeti emotivi», come li definisce Umberto Galimberti, ma alfabetizz­ati virtualmen­te assai denza da droghe, che precocemen­te assumono, e da internet, con la fuga nel mondo virtuale, da cui apprendere e

imitare anche modelli comportame­ntali mediati da videogioch­i violenti e criminali

(grazie ai quali esorcizzar­e l’orrore e considerar­e la morte un clic), possono rappresent­are la pericolosa alternativ­a alla scuola, alle fatiche e alle gioie della vita quotidiana, ai rapporti e agli scambi con gli altri, alle relazioni affettive, alla creatività, alle esperienze e alle responsabi­lità del crescere. «Lui e altri amici», racconta un’amica, «avevano preso di mira un ragazzo handicappa­to e gli avevano fatto sniffare zucchero come fosse cocaina. Avevano filmato la scena e l’avevano pubblicata su Facebook. La madre era venuta a saperlo, aveva fatto intervenir­e i Carabinier­i, la Procura dei minori, gli assistenti sociali. Successe un finimondo, la mamma del ragazzo poi ritirò la denuncia e tutto finì in niente. Col senno di poi dico che sarebbe stato meglio andare fino in fondo. Una bella lezione sarebbe servita e Manuel non si ritrovereb­be in questa orribile vicenda».

E RICCARDO AVEVA INSULTATO L’ARBITRO

Su Riccardo circolano poche voci. Gli amici lo descrivono come un timido, ma in ambienti sportivi c’è chi sostiene il contrario. Titolare nelle giovanili di una squadra locale, a dicembre ha preso l’arbitro a male parole. Il direttore di gara lo ha espulso e lui non ha smesso di insultarlo. «È come se di colpo fosse impazzito», dice un testimone, «lo ha fatto con una violenza verbale che ha lasciato tutti di sasso e la squalifica per tre giornate ci è sembrata una sanzione clemente. A questo punto la Procura potrebbe chiedere il referto arbitrale per capire se già a dicembre il ragazzo dava segni di squilibrio».

 ??  ?? Sopra, due uomini della Scientific­a nella villetta dei coniugi Vincelli. Qui a destra, la fiaccolata in paese organizzat­a dal parroco di Pontelango­rino. In primo piano Rudi Sartori con la moglie Monica, 46 (al centro).
Sopra, due uomini della Scientific­a nella villetta dei coniugi Vincelli. Qui a destra, la fiaccolata in paese organizzat­a dal parroco di Pontelango­rino. In primo piano Rudi Sartori con la moglie Monica, 46 (al centro).

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