GLI 11 MISTERI sulla morte di Tenco
«MA QUALE SUICIDIO! L’INCHIESTA GIUDIZIARIA APERTA E SUBITO ARCHIVIATA NEL 2005 NON HA AFFATTO CHIARITO UNA MONTAGNA DI INCONGRUENZE», SOSTIENE IL GIORNALISTA E SCRITTORE ALDO FEGATELLI COLONNA. CHE CI AIUTA A RIPERCORRERE UNA PAGINA OSCURA
Suicidio? No, omicidio. Ne è arcisicuro Aldo Fegatelli Colonna, giornalista e scrittore che ha dedicato gran parte della sua vita a indagare sui molti misteri di Luigi Tenco, oggetto di ben quattro suoi libri. L’ultimo, Vita di Luigi Tenco ( Bompiani), in libreria il 25 gennaio, contiene alcuni interessanti capitoli sui chiaroscuri di quella maledetta notte del 27 gennaio 1967, quando il giovane cantautore, durante il XVII Festival della canzone italiana di Sanremo, fu trovato cadavere nella sua stanza numero 219 della dependance dell’hotel Savoy. Sono passati esattamente 50 anni e il giallo sembra ancora fitto; anche se – va detto - nel 2005, la Procura della Repubblica di Imperia riaprì clamorosamente le indagini, riesumò la salma di Tenco, condusse una serie di esami e infine concluse che, senza dubbio, di suicidio si era trattato. «E invece di dubbi ce ne sono e parecchi», ci dice Colonna. «Intanto sarebbe opportuno dire che nel 2005 furono semmai “aperte” le indagini sulla morte di Tenco visto che nel 1967 non furono incredibilmente mai effettuate. Si era promesso di rimediare a quell’orrendo pasticcio perpetrato 38 anni prima, ma la toppa si è rivelata peggiore del buco. Un esempio? L’autopsia sul corpo di Tenco – che peraltro era come mummificato e dunque ancora in di- screte condizioni – ha rivelato che il foro d’ingresso del proiettile si trova sulla parte sinistra del cranio: molto strano per uno che non era mancino. I rilievi con la tecnica stub non hanno poi evidenziato sulle sue mani la presenza in contemporanea di particelle di bario, antimonio e piombo, segno inequivocabile che Tenco quella notte abbia effettivamente sparato. Sempre l’autopsia, e questo è il terzo punto oscuro, evidenzia che il proiettile ha attraversato il cranio con una traiettoria dal basso verso l’alto. Inoltre, la canna della pistola non fu appoggiata alla tempia, ma sparò da una distanza compresa tra i 6 e i 30 centimetri: circostanza veramente poco compatibile con l’ipotesi suicidio. Insomma, restano numerose incongruenze». Ed ecco gli altri misteri di questa storia.
L’ULTIMA TELEFONATA.
Mancano pochi minuti all’una del 27 gennaio 1967. Luigi Tenco è appena rientrato nella sua camera e cerca di sbollire da solo la rabbia della solenne bocciatura. La sua Ciao amore, ciao ha ottenuto appena 39 voti, su 900, della giuria popolare. E la Commissione di critici musicali addetti ai ripescaggi, molto sensibile alle forti pressioni della casa discografica Cgd che ha investito moltissimi soldi per promuovere la partecipazione del cantante americano Gene Pitney, salva la