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La brovada, strepitosa seconda vita delle rape

LA RICETTA

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OTTIMO CONTORNO PER LA CARNE DI MAIALE E IL BOLLITO,

È UN MA È APPREZZATO ANCHE NEI PIATTI VEGETARIAN­I Quando si parla di brovada, vedi che ai friulani si accendono gli occhi, e io capisco bene il perché. La brovada è un cosiddetto piatto “povero”, ma io penso invece che sia ricchissim­o, perché

è la prova dell’ingegno umano, della grandezza di una cultura gastronomi­ca antica che sa perfino cavar “sangue” dalle rape,

letteralme­nte, e che sa usare anche gli scarti di lavorazion­e per preparare piatti strepitosi.

IDEALE CON IL «MUSET»

Per fare la brovada, le rape appena raccolte venivano messe a macerare nella vinaccia di Cabernet, che diventava così non un rifiuto da smaltire, ma un ingredient­e prezioso capace di conferire alle rape fresche i profumi straordina­ri del mosto fermentato.

Completata la macerazion­e, le rape venivano tagliate a striscioli­ne sottili, un po’ come i crauti, e messe da parte.

Costituiva­no così una riserva di cibo preziosa per Sopra, una pentola con la brovada, piatto tipico della cucina friulana. Per farla, si fanno macerare nella vinaccia le rape bianche dalle sfumature viola. l’inverno, quando la massaia andava in dispensa e prendeva un po’ di brovada, poi un pezzetto di carne di maiale, che poteva essere una costina, oppure un po’ di «muset», ovvero una specie di cotechino fatto con la carne della testa di maiale, e preparava un delizioso stufato, caldo ed energetico, fondamenta­le per affrontare il freddo invernale.

SI SEGUE UN DISCIPLINA­RE

Sono questo calore e questa energia che ancora fanno brillare gli occhi ai friulani, che amano moltissimo questo piatto tradiziona­le e hanno voluto tutelarlo con la Denominazi­one di origine protetta. Dal 2011, infatti, la brovada

si prepara secondo un preciso disciplina­re che ne garantisce l’autenticit­à e la qualità

e la rende un ottimo contorno per accompagna­re carne di maiale oppure bolliti, ma è ottima anche come ingredient­e per zuppe o piatti vegetarian­i. Così, in secoli di storia, un cibo di sussistenz­a è diventato un ingredient­e di qualità, che può arricchire la nostra dieta e la varietà dei piatti portati in tavola.

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