Un bimbo di 6 anni può scegliere tra mamma e papà?
I GIUDICI DEL TRIBUNALE DI TRIESTE HANNO LASCIATO LA DECISIONE AL PICCOLO CONTESO
Igiudici del Tribunale di Trieste hanno lasciato la scelta a un bambino di sei anni, conteso tra i genitori che vivono in Paesi diversi. Ammesso e non concesso che il bambino, pur nell’ambito di un colloquio con lo psicologo, optasse per l’uno o per l’altro genitore, sarebbe comunque un grave
errore lasciare sulle sue fragili spalle il peso di una simile scelta. Il bambino finora ha sempre vissuto con la madre
tario in carica, Renzi voleva dimostrare di venire da un altrove, estraneo ed esterno alla tradizione e alle dinamiche consolidate del Pd. Anche se sindaco Pd di una grande città, Renzi aveva sempre coltivato l’immagine di outsider e fece la campagna delle primarie senza un simbolo di partito. Ricordare questo percorso aiuta a capire come Renzi sia arrivato a identificare, in brevissimo tempo, il Pd con la sua persona. Ovviamente a questo va aggiunto che Renzi possiede doti politiche e personalità tali da rendere fortissima questa identificazione. Ma la sua cavalcata trionfale, come sappiamo, si è arrestata il 4 dicembre, con l’insuccesso al referendum costituzionale. Renzi non ha (sorprendentemente) lasciato anche la segreteria del partito dopo aver dato le dimissioni da Palazzo Chigi, ma la sua leadership è inevitabilmente appannata. Si è quindi aperto uno spazio di competizione e il parterre è già affollato. Il problema è che il Pd deve ingranare una retromarcia, passare da una identificazione totale con il suo leader a una figura dal profilo più sfumato. Si tratta in altre parole di “depersonalizzare”
il Pd. Un obiettivo inevitabile ma con altrettanto inevitabili contraccolpi perché l’elettorato, in realtà, domanda figure forti. Il successo di stima di Gentiloni è solo frutto della reazione di fatica dopo tre anni di corse a perdifiato. Ma il sentimento prevalente è ancora per una leadership coinvolgente. Ci sarà qualcuno in grado di incarnare questa domanda? Per ora è lecito dubitarne. Il lotto dei competitor, da Michele Emiliano a Roberto Speranza ed Enrico Rossi, non risponde a queste caratteristiche.