In ogni scelta c’è una rinuncia
ANCHE NEI SENTIMENTI NON È FACILE ORIENTARSI TRA SBOCCHI E ALTERNATIVE. MA, UNA VOLTA VINTA L’INDECISIONE, MAI RIMPIANGERE QUELLO CHE SI È PERSO
Cara Maria
ho vissuto la passione dai 26 ai 28 con un uomo sposato. L’ho lasciato quando voleva separarsi: non ce l’ho fatta. A 30 sono andata a convivere con un collega coetaneo, da tempo innamorato di me: finalmente la serenità e il porto sicuro. Avremmo dovuto sposarci a maggio e invece sono di nuovo in alto mare. Il mio ex, lasciato dalla moglie innamorata di un altro, è tornato libero. Non mi ha mai dimenticato e purtroppo nemmeno io. Ogni incontro è uno strazio. L’ostacolo ora è il legame con una persona che mi ha dato tutto e sta male nel vedermi depressa e tormentata. Mi lascia libera di decidere: ma cosa? Sabrina, e-mail
Credo che la vita sia un continuo susseguirsi di bivi e che tutti gli errori e i tormenti, a eccezione di quelli voluti dal caso, derivino dall’avere imboccato la direzione sbagliata. Questo vale anche per i sentimenti. Qui l’orientamento dovrebbe essere più facile in quanto gli sbocchi sono soltanto due: uno conduce verso la stabilità, l’altro verso la passione. Interrogativo: perché tanto spesso ci lasciamo paralizzare dall’incertezza oppure imbocchiamo la strada sbagliata? Risposta: perché in noi tutti coesistono bisogno di stabilità e voglia di passione.
Ecosì, davanti a ogni bivio, guidiamo alla cieca pigliando la direzione che in quel momento ci sembra giusta: salvo poi, strada facendo, ritrovarsi fermi e in balia dei dubbi. È quanto sta succedendo a te, Sabrina, donna Ulisse indecisa se approdare a Itaca o riprendere un’avventurosa navigazione. Al lume di buon senso dovresti restare con chi ti ha restituito serenità e sicurezza: hai rivisto il tuo ex dopo molto tempo, forse quello che non hai dimenticato è la passione che vi ha uniti, resa più forte anche da quell’afrodisiaco che è l’impossibilità.
Ma le inclinazioni naturali sono inamovibili e le decisioni più azzardate diventano giuste se corrispondono alla nostra natura. Qui vale un altro mantra: ciascuno faccia le scelte che gli somigliano. Più o meno consciamente, è quanto tutti facciamo. Dobbiamo però sapere che ogni scelta comporta la rinuncia a qualcuno che sicuramente valeva, dato il travaglio che ha preceduto la decisione. È il prezzo da pagare. E se non ci si vuole tormentare a vita, a cose fatte seppelliamo ogni rimpianto: siamo entrati in una strada senza più bivi o uscite laterali.
Proprio “indispensabile”?
Ho un marito di grande intelligenza ma di inesistente senso pratico. Riconoscendo la mia “superiorità”, mi delega tutto, al punto che mi ritrovo in una situazione che per principio detesto: sentirmi indispensabile a lui, ai figli, alla casa… Come ne esco? Licia, e-mail Vediamo se ci azzecco. Anch’io mi ritengo indispensabile e anche a me questo dà fastidio. Però non ci provo nemmeno a delegare perché sotto sotto ho la presunzione che nessuno possa sostituirmi. Se è così anche per te non c’è rimedio!
Lontana sbandata
A 20 anni ho sbandato (piccola cosa) e ora temo che la mia fidanzata lo scopra. Rivelare o sperare nella fortuna?
Gianni, e-mail È peccato veniale solo quello che si può confessare senza vergogna.
SPESSO IL GRANDE AMATORE È UN PERFEZIONISTA CHE HA CERCATO PIÙ A LUNGO E ACCURATAMENTE DI ALTRI UOMINI LA SUA DONNA IDEALE