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Vasco Rossi

IL CONCERTO DI LUGLIO PER I 40 ANNI DI CARRIERA DEL BLASCO È LO SPETTACOLO CON PIÙ SPETTATORI DI SEMPRE IN EUROPA. ECCO COME SI POTEVANO EVITARE GLI AVVOLTOI DEL WEB. CHE GIÀ DECUPLICAN­O I PREZZI

- Di Livio Colombo

La mia comica caccia al biglietto dei sogni di Livio Colombo

Tutti alla festa di Vasco Rossi, il 1° luglio a Modena, per i 40 anni di carriera del Komandante. Be’, proprio tutti no. Il 24 gennaio, quando parte la prevendita riservata ai fan club, evaporano 33.112 biglietti in 10 minuti; poi, il 27 gennaio, va esaurita in poche ore la prima ondata di tagliandi; alle 16.30 esce il secondo blocco: puf, finito quasi all’istante. È già record europeo con oltre 180 mila spettatori (e 20 mila ticket usciranno in seguito). Una caccia tragicomic­a. Per esem- pio, chi scrive è sceso in campo con amici e parenti in formazione tipo, ben prima del via alle vendite, le 10 del mattino, dopo insulti reciproci per non esserci mai iscritti al Fan club Il Blasco. Dunque, io e mia moglie, in un centro commercial­e di periferia, in coda a un’agenzia Vivaticket, anche per possedere subito il biglietto-feticcio fisico e non una semplice e-mail di conferma; l’amico Angelo in ufficio, con quattro colleghi che ha costretto ad attaccarsi al computer

per centrare l’obiettivo on line, sul sito unico e ufficiale, con cinque account e cinque carte di credito diverse; sua moglie spedita nell’hinterland, presso un altro ticket point (sia mai che lì c’è meno ressa); i figli tra sito e social network, per vedere se spuntava qualche dritta giusta. Non male. Allo sportello Vivaticket mi danno il tagliando, come dal panettiere, con il numero 38: quello che ha il mitico numero 1 è lì dalle 7 e mezza. C’è un metallaro arrivato dalla Svizzera «perché io no, ma la mia fidanzata è fanatica», c’è una nonna che non sa perché il nipote universita­rio le abbia dato i soldi e chiesto di «salvarlo perché lui ha un esame» e che mi chiede: «Ma è bravo il cantante?». E una ragazzina in angoscia: ha già chiesto otto volte se può pagare con PayPal ma ancora non si fida. Appena parte la vendita, lei riceve una telefonata dal fidanzato e sbotta: «Ma come? Ti sei collegato subito e il sistema ti dice che hai già davanti 38 mila persone?». Io, in teoria, solo 37 (e non mila), anzi 36 perché una sciura molto per bene e avanti nella fila non trova già più i biglietti migliori, quelli del Pit 1, e se ne va smoccoland­o dopo che il ragazzo delle 7 e mezza, l’unico ad averne ottenuti due, si rifiuta di lasciargli­eli anche al doppio. Passano cinque minuti e la guardia giurata urla: «Finito anche il Pit 2!». Passa un’oretta e tocca a me: clic sull’ordine, la barra di caricament­o corre, si blocca, riparte, stop, saltella… stop assoluto. La bigliettai­a partecipa commossa al dramma ma non nasconde la possibile tragedia: «È già successo che il sistema si fermasse, ma non così a lungo». Dietro

PARTE L’ORDINE MA IL COMPUTER SI BLOCCA: PER CHI È IN CODA È UN DRAMMA

rumoreggia­no, un tizio mai visto prima mi abbraccia come a un funerale. Poi finalmente la stampante sputa i miei sei biglietti Pit 3 ed è festa.

AVVOLTOI DEL WEB

Nel frattempo, a dispetto delle limitazion­i all’acquisto, centinaia di tagliandi compaiono in vendita, a prezzo mediamente triplicato ma con punte anche di 2.500 euro, sui siti di rivendita secondaria. Secondo l’entourage di Vasco Rossi fiorisce, certo, la compravend­ita tra privati, anche furbetti, ma è stato stoppato il bagarinagg­io profession­ale, quello degli avvoltoi del web che si stima controllin­o dal 20 al 30 per cento dell’offerta con un giro d’affari mondiale di 8 miliardi di dollari, quello che ha certamente contribuit­o, in Italia, alla clamorosa polverizza­zione dei biglietti dei Coldplay a Milano e degli U2 a Roma. Intanto Vasco Rossi è nel mirino per- ché nessun altro grande promoter è stato coinvolto in un’organizzaz­ione complicati­ssima, con 200 mila persone attese in un parco urbano, dopo l’annunciata «sospension­e dei rapporti» con Live Nation, la società a cui si affidava e che è finita al centro dello scandalo dei Secondary ticketing (vedi box nella pagina precedente): finirà che rientra dalla finestra la criticatis­sima Live Nation?

NEL TENDONE DA CIRCO

Di certo il Blasco aveva altri problemi nel 1982 quando chi scrive l’ha visto per la prima volta con altre (forse) 200 persone. Mi portò Cesare, il compagno di liceo che studiando meno di tutti poteva vantarsi di essere il massimo esperto di musica: «Questo è fortissimo, è andato pure a Sanremo con Vado al massimo. Dai, si va a Sesto San Giovanni». Sì, ma dove? «Boh». Dopo tanto girovagare troviamo un tendone da circo con uno striscione scritto a spray: «Stasera ore 21, concerto di Vasco Rossi». Alle 22 passate chiedo a un magrolino indiavolat­o con una birra in mano: «Sai quando comincia?». «Sì, lo so, sono il chitarrist­a. Tra poco». E dopo un po’, con a fianco il magrolino conterrane­o di Zocca Massimo Riva, poi stroncato da un’overdose («Massimo, sempre con noi», dice Vasco a ogni tappa), parte il concerto. A metà si spegne l’unica fila di luci colorate. Nel buio parte Ogni volta e un faro verde da dietro porta la sagoma di un Vasco capellone, le ginocchia piegate e le mani al cielo, fin sul tendone del circo ma le emozioni vanno anche più in là. Di sicuro pure a Modena Park, il 1° luglio, sarà così. Perché Coldplay e U2 sono più bravi. Ma ogni volta, in 200 o 200 mila, cantiamo insieme. E in fondo ci conosciamo tutti.

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