Insinna è diventato il guru della bontà
PER ANNI È ENTRATO NELLE CASE DEGLI ITALIANI CON AFFARI TUOI, POI A #CARTABIANCA HA FATTO UN BEL DISCORSO SULLA SOLIDARIETÀ. E IL WEB L’HA SANTIFICATO
Insinna, santo subito! Un Flavio Insinna che non ti aspetti. Abituati a vederlo scartare pacchi e regalare gettoni d’oro a persone che hanno dalla loro solo la buona sorte, siamo rimasti stupiti dalla predica francescana che ha tenuto a #cartabianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rai 3. Forse per scrollarsi di dosso la rabbia per la chiusura di Affari tuoi su Rai 1, o forse solo per un aspetto che non conoscevamo, il presentatore ha raccontato il suo cammino di bontà: dal primo slancio verso “l’altro”, quand’era bambino a scuola, alla sua attività con la Comunità di Sant’Egidio, ai nuovi poveri che «non sono solo migranti che vengono da ogni parte del mondo ma anche italiani separati che si ritrovano a vivere due solitudini, lui che dorme in macchina e cerca lavoretti a Roma e la moglie con i figli in un’altra città». Ha poi affrontato i grandi temi della vita, come occupazione, immigrazione, razzismo e solidarietà, con citazioni di Enrico Berlinguer (era pur sempre ospite della figlia). Si è augurato che il nostro Paese ritrovi «la necessità di aiutarsi, così come sente il bisogno di respirare e di bere». Ha spiegato che «la vera emergenza è la guerra, non chi arriva o quanti ne arrivano o da dove arrivano». Ha tenuto a precisare che «se voi dividete il mondo in italiani e stranieri, io lo divido in oppressi e oppressori. Io starò con gli oppressi tutta la vita. E un siriano ti dirà “io voglio tornare a casa mia”, ma non ci può tornare». Poi è partito di slancio: «A me non spaventa l’Europa a due velocità, mi spaventa l’Italia, perché sono italiano con grandissimo senso di appartenenza, a me spaventa la doppia velocità della nostra morale. Se è per noi, vogliamo tutto subito. Se la colpa è nostra: mah... forse non c’ero... adesso guardo... Quando è l’altro, l’altra velocità è quella del chissenefrega. Quando è per noi, vogliamo tutto. Per gli altri no. Io non voglio vivere in questo Paese, voglio vivere in un Paese gentile che aspetta chi arriva tardi». Belle parole! L’intervento è finito su internet e, come si dice in questi casi, è subito diventato virale, cliccato cioè da migliaia di persone. E questo fa pensare che davvero in giro ci sia voglia di bontà, di altruismo, di solidarietà. Attenzione però a non confondere il buonismo televisivo con la realtà, a non trasformare Insinna in un eroe, persino in un potenziale leader. Appena la bontà si preoccupa dell’ammirazione, rischia di non essere più bontà.
DALLA BERLINGUER HA DETTO: «VOGLIO VIVERE IN UN PAESE GENTILE CHE ASPETTA CHI ARRIVA TARDI »