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Il giallo di Rimini Il rompicapo della donna ritrovata nel trolley di Giuseppe Fumagalli

POTEVA ESSERE LA PROVA REGINA CONTRO IL TEDESCO DANIEL BELLING, ACCUSATO D’AVER UCCISO LA MOGLIE E AVERLA GETTATA TRA LE ONDE DENTRO UN TROLLEY. IL CASO SEMBRAVA CHIUSO. E INVECE, A UN MESE DAI FATTI, È SEMPRE PIÙ APERTO

- Di Giuseppe Fumagalli

Le coincidenz­e erano tante. Così quando nel porto canale di Rimini è stato ripescato un trolley con dentro rannicchia­to il cadavere di una donna asiatica, il collegamen­to è scattato subito. Poteva essere Xing Lei, la donna scomparsa a metà febbraio, mentre era in crociera col marito e due figli su una nave della Msc. E se i resti fossero stati i suoi, quella era la prova che gli inquirenti stavano cercando per incastrare definitiva­mente il marito Daniel Belling, informatic­o di origine tedesca, in carcere a Roma con l’accusa d’averla uccisa, imballata in una valigia e gettata in mare tra Genova, Malta e il porto greco di Katacolon.

IL FILO SPEZZATO

Il caso sembrava risolto. E invece i gialli da uno sono diventati due. Il primo a raffreddar­e gli entusiasmi è stato Paolo Giovagnoli, procurator­e capo di Rimini. «Dal tratto di mare tra Italia e Grecia attraversa­to dalla nave», ha osservato dubbioso il magistrato, «il bagaglio avrebbe dovuto percorrere 1.200 chi- lometri». Ma il tempo (oltre 40 giorni) e il gioco misterioso delle correnti rendono tutto possibile. In teoria il trolley avrebbe potuto risalire l’Adriatico da sud a nord fino alle coste della Romagna per poi ruotare di 180 gradi e infilarsi di precisione nel porto canale di Rimini. Col passare delle ore il quadro si è però arricchito di nuovi particolar­i e il filo rosso che teneva insieme le due vicende prima si è sbiadito e poi si è spezzato.

NON È LEI

La donna di Rimini non si sa chi sia e la Procura ha subito aperto un’inchiesta per dare un nome a lei e ai suoi assassini. Di sicuro, hanno concluso, non può essere Xing Lei. L’affermazio­ne si basa essenzialm­ente su un elemento. La donna di Rimini è alta un metro e 73, contro un metro e 52 di Xing. In più non corrispon-

de nemmeno il trolley, che è tutto di tela blu, mentre quello sparito dalla cabina della nave era arancio con tasconi scuri. Lo si vede in una foto della famiglia scattata il 10 febbraio a Civitavecc­hia prima dell’imbarco ed è l’elemento su cui batte con più insistenza il Pm Barbara Zuin negli interrogat­ori col personale di bordo.

«SE N’È ANDATA»

«In un primo momento s’è pensato che Bellings avesse ucciso la moglie in cabina e si fosse sbarazzato di lei lanciandol­a in mare dal terrazzino», dice l’avvocato Luigi Conti, difensore di Belling. «Poi si sono resi conto che sotto il balcone c’è un ponte largo 13 metri e servirebbe una forza sovrumana per scaraventa­re un peso di almeno 50 chili oltre quel limite. L’operazione dunque deve essere avvenuta altrove e il Pm vuole sapere se qualcuno ha visto il mio cliente a spasso per la nave con trolley al seguito. Peccato che né il personale né le telecamere abbiano mai confermato la circostanz­a». Per il legale la storia ha uno svolgiment­o più naturale e meno brutale. «Per noi la signora Xing s’è stufata di stare a bordo», prosegue il difensore, «ha evitato i controlli all’uscita della nave, è scesa e se n’è andata portando con sé il trolley arancio, con dentro vestiti ed effetti personali». La compagnia smentisce la ricostruzi­one della difesa. «È impossibil­e uscire senza lasciare traccia», dicono gli addetti alla sicurezza di Msc. L’avvocato però rilancia: «Xing si intendeva di navi, i suoi genitori erano progettist­i navali», spiega, «e può darsi che abbia trovato una via per eludere i controlli. Belling è un uomo mite e ritengo molto affrettate certe conclusion­i sul suo conto. Gli inquirenti erano talmente sicuri della sua colpevolez­za che non hanno messo sotto sequestro, non dico la nave, ma nemmeno la cabina in cui secondo loro sarebbe avvenuto il delitto. Nelle ore in cui Belling veniva arrestato per omicidio, la cabina è stata pulita e riassegnat­a ad altri passeggeri». Belling è in carcere a Regina Coeli da oltre un mese ma non ha perso la calma. Si dice sicuro che presto tutto sarà chiarito, Xing si farà viva e tutti insieme rientreran­no a Dublino. Del resto, non è la prima volta che la moglie lo pianta in asso. L’aveva fatto anni prima durante una gita di gruppo in Irlanda e sono già agli atti dichiarazi­oni di parenti e amici che descrivono una donna volubile, impulsiva e irascibile.

LA SUOCERA LO DIFENDE

È quanto ha dichiarato anche You Xiangzhen, madre di Xing. Arrivata a Roma dalla lontana Cina per essere sentita dal Pm, la donna ha escluso che Belling possa aver fatto del male a sua figlia. Prima di ripartire ha voluto incontrare il genero in carcere. Nel colloquio lo ha incoraggia­to a tener duro e gli ha lasciato anche 70 euro. I figli di Belling, tutti e due minori, sono affidati a una casa famiglia di Roma e sono stati sentiti con l’aiuto di psicologi. Alla domanda «Dov’è la mamma?», il più grande ha risposto: «È andata in Cina».

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 ??  ?? UNA MACABRA SCOPERTA Rimini. Agenti di polizia controllan­o il trolley in cui era rannicchia­to il corpo di una donna asiatica, morta di stenti e gettata in mare almeno dieci giorni prima.
UNA MACABRA SCOPERTA Rimini. Agenti di polizia controllan­o il trolley in cui era rannicchia­to il corpo di una donna asiatica, morta di stenti e gettata in mare almeno dieci giorni prima.
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LE ULTIME FOTO INSIEME A sinistra. Daniel Belling, 45, e, più a sinistra, la moglie Xing Lei, 36. Sotto, la donna con i due figli il 10 febbraio a Civitavecc­hia prima di partire in crociera. A fine viaggio Xing era sparita e mancava anche il trolley...

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