Gli Ufo di Mussolini
UN MISSILE LAMPEGGIANTE CON DUE PILOTI ALTI E BIONDI SI SCHIANTÒ A VERGIATE, IN PROVINCIA DI VARESE. IL DUCE MISE A TACERE I TESTIMONI MA CONSERVÒ I RESTI, CHE FURONO PORTATI VIA DAGLI AMERICANI NEL DOPOGUERRA
Così il Duce nascose l’arrivo degli alieni di Gino Gullace Raugei
Per colpa di un maledetto Ufo, l’Italia perse la guerra. L’incredibile, misteriosissima vicenda della navicella aliena che sarebbe caduta nei pressi di Vergiate, provincia di Varese, nel giugno del 1933, si arricchisce di un nuovo capitolo… politico-militare. «Come ho rivelato in un recente convegno di studi ufologici svoltosi ad Arona, sul lago Maggiore», ci dice Roberto Pinotti fondatore del Cun, il Centro ufologico nazionale, «abbiamo saputo che il duce, contrariamente al parere di alcuni scienziati, si convinse che quella strana macchina, definita “velivolo non convenzionale”, fosse in realtà un’arma segreta tedesca. “Se una potenza riesce a far volare un aggeggio simile”, avrebbe sentenziato Mussolini, “meglio averla amica che nemica”. Da qui l’idea, anni dopo, di affiancare il Führer nella tragica avventura della Seconda guerra mondiale». Fantapolica? Fantascienza? L’unica cosa certa è che in questa storia il condizionale è d’obbligo. Come in un romanzo d’appendice, la vicenda inizia con la spedizione di alcune buste anonime. «Nel 1997», racconta Pinotti, «presso la sede del Cun, abbiamo ricevuto alcune missive contenenti documenti del periodo fascista. A quanto abbiamo potuto appurare, il nipote di una persona coinvolta in qualche modo nei fatti di Vergiate, aveva trovato nell’archivio del nonno quelle carte e si era deciso a diffonderle sui mezzi di informazione, a patto, però, di conservare l’assoluto anonimato. Alcune buste furono spedite dalla Romagna, l’ultima da Parigi; e una volta ho persino parlato al telefono col misterioso mittente che non ha mai voluto rivelare la sua identità».
«DOCUMENTI AUTENTICI»
«Per tre anni», dice Pinotti, «abbiamo cercato di risolvere il puzzle storico cercando tessere e incastri. Alla fine, abbiamo chiesto una perizia a uno dei consulenti tecnico-scientifici del Tribunale di Como, il quale ha stabilito: i documenti sono autentici». Nel 2000, scoppia dunque la bomba: il Cun rivela in un simposio che all’alba del 13 giugno del 1933, l’XI dell’era fascista, nei pressi di Vergiate si schianta al suolo un velivolo di forma cilindrica con strozzatura alla base (una specie di missile, insomma),