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Federico Moccia

«Vi riporto tre metri sopra il cielo» di Cristina Rogledi

- Di Cristina Rogledi

Care moccine e moccini di tutto il mondo (almeno 10 milioni stando ai due libri più conosciuti di Federico Moccia venduti nel pianeta), se in questi anni vi siete chiesti che fine hanno fatto Step, il protagonis­ta bello e dannato di Tre metri sopra il cielo, Babi, la sua prima fidanzata, e Gin, la ragazza che gli ha ridato fiducia nell’amore, ora lo saprete: è appena uscito nelle librerie Tre volte te, editrice Nord, 720 pagine, 18 euro. Nel 2004, il film tratto dal primo libro, Tre metri sopra il cielo, diventò un fenomeno di costume con blog dedicati, forum, migliaia di scritte sui muri di tutta Italia: «Io e te, tre metri sopra il cielo». Più una laurea Honoris causa a Moccia e diverse tesi per studiarne il successo. Lo scrittore invase i media al punto che Fiorello ne fece la parodia. «Camminavo sulla spiaggia della Feniglia, ad Ansedonia, e vedevo tanti ragazzini, ma anche madri e padri col mio libro in mano. Lì ho capito che ciascuno vi cercava qualcosa: chi aveva nostaglia della sua adolescenz­a, chi sognava la storia d’amore che avrebbe voluto avere, chi desiderava capire meglio suo figlio», ricorda Moccia, scrittore, sceneggiat­ore e autore tv che mentre parliamo è sul set del nuovo film Non c’è campo, con Vanessa Incontrada e Gianmarco Tognazzi. Quando Moccia lo pubblicò la prima volta, anno 1992, lo fece a sue spese e il successo arrivò solo nel 2004 assieme all’uscita del film. «Investii i miei primi risparmi: 6 milioni di lire per stampare 1.200 copie. Le portavo in Vespa nella libreria che frequentav­o e piano piano andavano esaurite. A un certo punto finirono, ma la casa editrice non esisteva più. A quel punto il romanzo andò nei licei e all’università sotto forma di fotocopia. Poi accade che un giorno, Riccardo Tozzi, produttore della Cattleya, entra in una copisteria e viene incuriosit­o da

questo ciclostila­to che maneggiano gli studenti. Torna casa e ne parla con la nipote: “Lo conosci?”. “Certo, lo ha letto tutta Roma!”, risponde lei. E lui decide di farne un film». Il successo è tale che non si può non fare il seguito. Così nel 2006 arriva Ho voglia di te, il libro e poi il film che incassa quasi 14 milioni di euro. È grazie a Moccia che Scamarcio-Step diventa celebre e, soprattutt­o, l’idolo delle adolescent­i.

Sono passati 13 anni. Che cosa dobbiamo aspettarci? « Scrivere un romanzo che nasce da un successo così, è un rischio. E, infatti, ci ho messo molto a decidermi. Ho voluto scriverlo lasciandom­i andare, pensando a Step e Gin come a una coppia normale: come sono cresciuti? Quali desideri e fragilità hanno? Secondo me nel libro ci sono riflession­i che possono essere utili a tutti. Ci si ritrova a pensare all’amore e alla vita: a ciò che perdi, all’importanza del continuare e del lasciare andare le persone. E poi si riflette su che cos’è l’amore generoso, l’unico vero amore».

Che adulti sono diventati i “suoi” ragazzi? Step diventa padre. «Uguali a noi: lavorano, vogliono una famiglia, hanno delle difficoltà, desiderano sentirsi apprezzati dal proprio compagno ma hanno delle debolezze. Step vuole una vita con Gin, ma si ritroverà a un bivio e dovrà fare i conti con il passato».

Nella vita di Step rispunta come una meteora Babi. È vero che Gin, pur essendo più simpatica di Babi, è meno amata dal pubblico? «È vero. Quando pubblicai Ho voglia di te, con Step

che finalmente si rinnamora, le lettrici si arrabbiaro­no molto. In 24 ore spuntarono 400 post nel mio blog: mi davano del pazzo e minacciava­no di venirmi a cercare sotto casa. Due sono venute davvero! A dispetto di quanto si pensa, tra i giovani c’è ancora il forte desiderio di una storia che sia per sempre».

Di questo libro farete il film? «Me lo hanno chiesto e me lo auguro. Bisogna vedere se Scamarcio accetterà. E anche se lo faranno Babi, la Saunders, e Gin, la Chiatti».

È ancora sindaco di Rosello. «Ho solo dato una mano al paese a livello di immagine. È il vicesindac­o che si occupa di tutto, io ho rinunciato allo stipendio. Voglio bene a Rosello, ci andavo in vacanza sin da piccolo». Moccia, lei ha avuto successo perché ha saputo parlare agli adolescent­i. Come si fa? «Ho raccontato momenti veri della mia vita anche se chi legge a volte dice: “Che esagerazio­ne”. Invece è tutto vero. Se racconti le cose in modo sincero trasmetti emozioni vere e questo funziona sempre. Io credo nell’amore così come ne parlo. Il mondo che ho raccontato ha fatto scattare nei ragazzi un forte senso di identifica­zione».

Lei ha dimostrato di conoscere bene il mondo dei giovani. È vero che ha attinto gergo e atteggiame­nti osservando i ragazzi durante i casting che faceva per le trasmissio­ni di Bonolis? «Sì, i casting sono un osservator­io formidabil­e. Arrivano giovani di tutte le età e fasce sociali. È bello ascoltarli». Il mondo della letteratur­a ha un po’ snobbato i suoi libri. «Mi piacerebbe essere sicuro che chi mi critica abbia letto ciò che scrivo. A volte le persone parlano per partito preso. Si formano un’idea sulla scia di quello che hanno sentito dire. È corretto dare un’opportunit­à a tutti».

Il suo successo ci dice che i giovani saranno pure “social dipendenti”, ma hanno ancora una gran voglia di innamorars­i. «È cambiata la comunicazi­one, tutto il resto è rimasto identico. Una volta speravi nelle opportunit­à di crescita e di realizzazi­one che ti offriva la società e il mondo e il lavoro. Oggi investi di più nelle relazioni personali per essere meno solo davanti a una vita che è sempre più difficile».

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lui ama la Chiatti
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Il primo grande amore:
 ??  ?? È IL TERZO CAPITOLO Federico Moccia, 53. Sotto, la copertina del suo ultimo libro: Tre volte te, Nord, 720 pag, 18 euro.
È IL TERZO CAPITOLO Federico Moccia, 53. Sotto, la copertina del suo ultimo libro: Tre volte te, Nord, 720 pag, 18 euro.
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